Romano

Vittima Covid derubata da infermiere, la famiglia ringrazia gli inquirenti

Le sorelle di Antonio Cavati, cividatese vittima del Covid, hanno scritto una lettera di ringraziamento alla Polizia locale di Romano per l'arresto dell'infermiere che l'ha derubato.

Vittima Covid derubata da infermiere, la famiglia ringrazia gli inquirenti
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Le sorelle di Antonio Cavati, cividatese vittima del Covid, hanno scritto una lettera di ringraziamento alla Polizia locale di Romano per l'arresto dell'infermiere che l'ha derubato.

La vicenda

Avrebbe dovuto prendersi cura di lui, invece, se n’è approfittato rubandogli il bancomat e prosciugandogli il conto corrente. Vittima Antonio Cavati, 66enne ricoverato dopo essere stato contagiato dal Covid-19 e deceduto lo scorso 14 aprile. A derubarlo, senza alcuno scrupolo, è stato un infermiere di 41 anni, in forze al Pronto soccorso del Policlinico San Marco di Zingonia, che in poche settimane ha prelevato e utilizzato 6mila euro, individuato e arrestato dalla Polizia locale di Romano. Le sorelle della vittima, tramite l'avvocato marco Geroni di Romano, hanno scritto al comando di Polizia locale per ringraziarli dell'operazione effettuata.

La lettera

Egregio Direttore , - hanno scritto le sorelle Cavati - desideriamo sottolineare l’attività del Comando di Polizia Locale del Comune di Romano di Lombardia e in particolare del Comandante Angelo Di Nardo. Siamo le sorelle di Antonio Cavati, recentemente scomparso a causa del Coronavirus e vittima di un furto della carta Bancomat durante la degenza in Terapia Intensiva presso il Policlinico San Marco di Zingonia. Dopo la tragica morte abbiamo scoperto alcuni movimenti bancari registrati proprio nei giorni in cui nostro fratello era allettato e immobilizzato dalle cure. Oltre al lutto che stavamo soffrendo si è aggiunto un sentimento di sopraffazione ed ulteriore sgomento”.

La denuncia e l'arresto

“Ci siamo rivolti al nostro legale di fiducia, l' avvocato Marco Geroni   il quale ci ha invitato a proporre querela e a confidare nell’operato delle Istituzioni. - continua la lettera -Fiducia ben riposta, visto lo straordinario impegno profuso dal comandante Angelo Di Nardo, al quale va il nostro particolare ringraziamento, e dai suoi agenti che sono riusciti a ricostruire l’intera vicenda e a scoprire l’identità del malvivente. Siamo consapevoli che il processo deve ancora fare il suo corso, ma siamo contente dell’evolversi delle indagini sia per i potenziali risvolti risarcitori, sia per la tutela dell’ambiente di lavoro dei sanitari a cui va tutto il nostro totale sostegno”.

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