Violenta una paziente in ambulatorio, condannato un medico di base
Tra le pene accessorie nei confronti del dottore, anche l'interdizione dalla professione medica e un percorso di recupero con un'associazione di Brescia.
Aveva abusato di una sua paziente durante una visita, medico di base condannato per violenza sessuale. I fatti risalgono al dicembre del 2019 e mercoledì, in Tribunale a Bergamo, è arrivata la condanna a due anni di reclusione, con pena sospesa e l’obbligo a seguire un percorso di recupero in una struttura specializzata di Brescia.
Violenza sessuale in ambulatorio
Lui, sessantenne, medico di base con un ambulatorio a Spirano, si era dichiarato estraneo ai fatti, ma il giudice Alessia Solombrino ha ritenuto fondata la denuncia della paziente e, tenuto conto delle attenuanti del caso, ha condannato il medico anche al pagamento delle spese legali e di una provvisionale di 8mila euro oltre all’interdizione dai Pubblici uffici e dall’esercizio della professione medica.
La vittima, una giovane donna sui trent’anni, assistita in Aula dall’avvocato Laura Rossoni, si era recata in ambulatorio per chiedere la ricetta per un farmaco già utilizzato in passato per curare un problema di natura ginecologica. Il medico, però, aveva insistito per visitarla e in quel frangente aveva consumato la violenza sessuale ai danni della ragazza.
La denuncia della vittima
Lei, terrorizzata, è poi fuggita dall’ambulatorio cercando riparo al comando della Polizia locale dove ha subito raccontato l’accaduto. Accolta poi in Pronto soccorso a Treviglio, la giovane ha seguito il "Percorso rosa" per le donne vittime di violenza ricevendo le cure di cui aveva bisogno e ha poi denunciato l’accaduto alle Forze dell’ordine.
Le indagini hanno portato all’udienza preliminare e successivamente al rito abbreviato chiesto dal medico, difeso dall’avvocato Stefano Sesti. La donna, invece, si è costituita parte civile e nel procedimento è stata in grado di ripercorrere esattamente l’incubo che aveva vissuto.
"Si tratta di una vicenda complessa - ha commentato l’avvocato Rossoni - In Aula la credibilità della ragazza ha retto perfettamente, non ha mai avuto un’incertezza. E’ stata molto coraggiosa".
Condannato anche a un percorso di recupero
Ancora oggi, infatti, per molte donne risulta difficile riuscire a denunciare episodi di violenza subiti in strada, tra le mura domestiche, o quando - come in questo caso - ci si affida, con fiducia, a dei professionisti. Soddisfazione anche per quanto riguarda la pena stabilita dal giudice.
"Bene che oltre alla sospensione della pena il giudice abbia previsto un percorso di recupero con un’associazione specializzata di Brescia - ha proseguito - Anche per quanto riguarda le pene accessorie sono state esemplari partendo dall’interdizione all’esercizio della professione medica. E’ un ottimo segnale perché punta l’attenzione non solo alla punizione del reato, ma al recupero e alla riabilitazione della persona condannata".