Vincenzo Giglia ancora non si trova: l'appello della famiglia
Da più di due settimane manca dalla sua baita a San Giovanni Bianco.
Proseguono ancora senza alcun esito le ricerche di Vincenzo Giglia, il 65enne verdellese scomparso da più di due settimane dalla sua casa a San Giovanni Bianco.
Manca dalla baita dal 27 giugno
È da domenica 27 giugno che l’uomo, da pochi mesi stabilitosi nella baita che da 30 anni possiede nella frazione del comune vallivo San Pietro d’Orzio, ha fatto perdere le sue tracce. Solo il 3 luglio è scattato l’allarme dei tre figli, che hanno trovato la baita vuota e l’automobile del padre parcheggiata fuori: fu l’inizio delle ricerche. Giglia è sempre stato descritto come un uomo schivo e solitario: anche per questo sulle prime nessuno si era allarmato. Le ricerche si sono dapprima concentrate sui centri abitati e le strade delle urbanità confinanti, ma è già da qualche giorno che, temendo il peggio, gli sforzi si concentrato su boschi, scarpate, fossati e corsi d’acqua. Le ricerche proseguiranno fino alla serata di domani sabato 17 luglio, dopodiché l’attività di scandagliamento della zona verrà bloccata almeno momentaneamente in favore di altre attività e incombenze per poi riprendere con la prossima settimana.
L'appello della famiglia
«Chiedo a tutti quelli che mi conosco o conoscevano, o a qualsiasi altra persona che ha voglia di provare a cercarlo coi propri occhi, un aiuto per ritrovare mio padre in queste montagne – l’accorato appello lanciato dal figlio Matteo Giglia – per me e le mie sorelle è importante avere la certezza di fare tutto il possibile insieme, e solo con questa certezza si potrà procedere con le ricerche in diverse altre direzioni».
La scorsa domenica Matteo ha organizzato una battuta di ricerche per salire nella frazione di San Giovanni Bianco con dei conoscenti di Verdello e di Verdellino, ma anche il loro sforzo è stato vano.
Al momento si confida nell’operato delle varie forze in campo: i Vigili del fuoco di Zogno e Bergamo coadiuvati da un collega lodigiano esperto in cartografia e dal nucleo speleo-alpino-fluviale e dalle unità cinofile di Milano, oltre alla Protezione Civile e al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che battono la media Valle Brembana.