Morengo

Una vita dietro al bancone del "Centrale", Cechì ha raggiunto la sua Tina

Francesco Vailati, per tutti Cechì, aveva 91 anni. I funerali si terranno domani, sabato, alle 14,30 nella chiesa parrocchiale

Una vita dietro al bancone del "Centrale", Cechì ha raggiunto la sua Tina
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Una storia durata quasi 60 anni, quella del bar "Centrale" di Morengo: ieri, a 91 anni, se n'è andato Cechì, ha raggiunto la sua Tina scomparsa dieci mesi fa.

Addio Cechì, una vita per il bar "Centrale"

Quando tre anni fa lo storico bar-trattoria di via Umberto I aveva chiuso definitivamente, salutando tutti i suoi affezionati clienti, era chiaro che un pezzo di storia del paese se ne stava andando. Battistina Ferri e Francesco Vailati, per tutti Tina e Cechì, erano una vera istituzione, per 57 anni dietro al bancone di quella che era diventata la loro seconda casa.

Ieri notte, Cechì ha raggiunto la sua Tina scomparsa dieci mesi fa all'età di 83 anni. I funerali si terranno domani, sabato, alle 14,30 nella chiesa parrocchiale di Morengo.

Una storia lunga oltre mezzo secolo

La storia di Tina e Cechì ebbe inizio nel 1961, l'anno del loro matrimonio. Il 19 aprile 1962 rilevarono quella che era all’epoca la "Trattoria Savoia". Nel locale di via Umberto I hanno trascorso gran parte della propria vita, accompagnati dai figli Maurizio, Graziella e Patrizia.

"Abbiamo sempre portato avanti il ristorante da soli, con l’aiuto dei nostri figli e qualche aiuto esterno per gli eventi più grandi, come i ricevimenti di nozze – avevano raccontato i due coniugi al Giornale di Treviglio, quando nel luglio 2019 decisero di andare in pensione, dopo quasi sei decenni di attività – Nei primi anni di attività lavavamo stoviglie e panni ancora a mano: è stata una grande esperienza, che ci ha permesso di rimanere nei cuori dei nostri concittadini e vederli crescere. Dopo la scuola, infatti, molti ragazzi venivano qui al bar e possiamo proprio dire di averli accompagnati all’età adulta".

Tre anni fa il saluto ai clienti

La chiusura del bar, quell'estate, fu una specie di rito collettivo: circa cinquanta ragazzi parteciparono a una piccola festa e avevano letto un testo a loro dedicato.

"Si chiude oggi un luogo fondamentale per Morengo: un porto sicuro per gente del paese o meno – recitava il pensiero scritto da uno dei clienti del bar Centrale e riportato da una delle nipoti di Tina e Cechì – Uno di quegli ambienti che non saranno più rimpiazzati da nessuno. Non è una questione di abitudini o di routine, ma di quell'alchimia tra clienti e oste che ha reso per tanto tempo il tutto semplicemente speciale e inimitabile. Qualcosa sarà cambiato, domani, annunciato da serrande abbassate che non si alzeranno mai più. Sono felice di aver assaporato dei bellissimi momenti in questa osteria, dove il tempo si è fermato e i valori sono rimasti quelli di una volta".

L'anno seguente, Tina e Cechì avevano anche ricevuto dal Comune una delle tradizionali benemerenze civiche dell'Epifania, dedicate ai cittadini distintisi durante l’anno in vari campi e attività.

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