Un secolo di vita per Abramo Mora: dai ricordi di guerra alla nascita di Zingonia
A festeggiarlo, lo scorso 3 settembre, c'era anche il sindaco Caterina Vitali che gli ha portato gli auguri di tutta la comunità
Ha spento cento candeline lo scorso 3 settembre, ma nonostante gli acciacchi dell’età la tempra di Abramo Mora è ancora quella di un ragazzino, pronto a scherzare e a rivivere con piacere i momenti più importanti della sua lunga vita.
Cento anni per Abramo Mora
Il sorriso, quello di uomo buono, gli illumina il viso quando gli chiediamo di raccontarci la sua vita iniziata nel lontano 1923 proprio a Ciserano. E lui non esita a ritornare ai ricordi di bambino, con una memoria lucidissima, quando a sei anni dopo essere stato promosso in prima elementare si trova costretto ad abbandonare la scuola per aiutare il padre. Una famiglia sfortunata la sua: il padre, rimasto orfano a sei anni e cresciuto a casa di uno zio, perde due mogli e tre figli prima di conoscere la madre di Abramo. Così anche a lui spetta il dovere di rimboccarsi le maniche prima nei campi, dove il padre lavorava come contadino, e poi negli anni successivi in diversi lavori tra Ciserano e Milano ospite di una zia: l’aiuto muratore, il fruttivendolo, il garzone in una bottega di gastronomia. Così via fino al giorno in cui, grazie all’intercessione della zia, riesce a essere assunto alle Acciaierie Falck di Sesto San Giovanni, dove resterà fino alla pensione.
"E ogni giorno ci andavo in bicicletta - ricorda - non c’erano molte soluzioni e bisognava lavorare. Per noi bergamaschi era difficile entrare nelle fabbriche, noi eravamo i muratori, ma grazie all’aiuto di questa mia zia riuscii a farcela".
La guerra e la lotta partigiana
A 19 anni, la chiamata alle armi. In tempo di guerra Abramo viene inviato a Pisa, in fanteria e poco dopo, sempre in Toscana, come guardia a un campo prigionieri.
"Una notte il colonnello ci disse che l’Italia ormai era in mani tedesche e di aprire i cancelli per lasciar scappare i prigionieri e scappare pure noi - ha raccontato - Lo abbiamo fatto e sono riuscito a tornare a casa, a piedi. Ma qui eravamo ricercati. Ci chiamavano “sbandati” e una domenica, con la scusa di un pranzo gratis, ci hanno radunato e catturato. Ci hanno portato in stazione a Treviglio e caricato su vagoni bestiame diretti a Vercelli. Quando siamo arrivati, quella notte, sono riuscito a scappare e sono tornato di nuovo a casa, a piedi".
A quel punto Abramo e altri ragazzi decidono di unirsi ai partigiani e partono, in accordo con una signora di Ciserano e col parroco di Almenno San Salvatore, per 20 chilometri di notte fino ad arrivare in paese.
"Mi avevano affidato il compito di consegnare i messaggi e una domenica, mentre tornavo da Brembate mi hanno catturato - ha proseguito - Io e un altro ragazzo di Ciserano: ci hanno portato in caserma a Osio e ci hanno picchiato per farci parlare. La nostra fortuna è stata quella di incontrare proprio lì in caserma un signore di Ciserano che era venuto a reclamare il carro pieno di patate che avrebbe dovuto consegnare e che gli era stato sequestrato. Ci ha visto e riconosciuto e ha garantito che fossimo bravi ragazzi, che vendevano gli stracci. Ci hanno portato a Vidalengo per stare di guardia, ma sono scappato anche da lì e non mi hanno più visto fino alla fine della guerra".
L'esperienza in politica e la nascita di Zingonia
I ricordi di una vita piena sono vivissimi. Tornato a casa per Abramo è tempo di prendere moglie e l’11 aprile 1953 sposa Lucia Carioni, da cui avrà due figli Giuseppe e Maurilio.
Negli anni Cinquanta Mora decide di impegnarsi anche in politica restando in Amministrazione comunale per otto anni come consigliere e assessore. Sono anni importanti per Ciserano. Gli anni della nascita di Zingonia, di quel sogno che aveva stregato un po’ tutti, visionario e ambizioso che ancora oggi fa parlare e discutere.
"Quella sera eravamo in Comune e bussano alla porta un ingegnere e un geometra mandati da Zingone - ha raccontato - ci avevano spiegato le loro intenzioni e chiesto di far sapere alle famiglie, intenzionate a vendere i terreni che si trovavano a cavallo tra i vari paesi, che li avrebbero pagati il doppio. L’indomani lo dicemmo al parroco che ne parlò a messa e poco dopo in paese non si parlava d’altro. Qualcuno si presentò subito qualcun altro ci mise un po’ di più, ma il progetto partì. Ricordo quando lo conobbi a Milano, ci portarono a pranzo in Galleria, quello che voleva realizzare era inimmaginabile, eppure, lo fece".
Per il suo compleanno Mora ha ricevuto anche gli auguri del sindaco Caterina Vitali e di tanti ciseranesi che gli sono affezionati.