Un murale per rispondere al razzismo con la forza dell'arte
È il frutto della determinazione e della sensibilità di Alberto Messaggi, artista e cittadino impegnato, che è riuscito a coinvolgere volontari e attività

In un angolo di via Rampina, a Rivolta d'Adda, dove prima campeggiava una scritta razzista – “Fuori gli extracomunitari” accompagnata da un simbolo politico – oggi vive un’opera d’arte. È il frutto della determinazione e della sensibilità di Alberto Messaggi, artista e cittadino impegnato, che ha scelto di reagire non con rabbia, ma con colore, bellezza e partecipazione.
L'arte contro il razzismo
"Io, passando dopo le camminate in riva all’Adda, avevo un certo fastidio nel continuare a vedere e sapere di quella scritta - racconta Messaggi - Quindi mi sono informato su chi fossero i proprietari del muro e dopo avere avuto da loro tutti i permessi mi sono messo all’opera".
Una rete che, nel giro di poco tempo, ha unito amici, parenti, commercianti e istituzioni locali. Il consigliere comunale Claudio Londoni ha raccolto le firme necessarie dai proprietari; Paolo Pavesi del colorificio "Colori e Colori" ha donato il materiale; l’imbianchino Vito Costa ha prestato pennelli e rulli; Gianluca Colombi ha fornito supporto tecnico e fotografico. Un esempio concreto di come una comunità possa rispondere unita a un messaggio di odio.
Dal rifiuto all'accoglienza
Il murale – ideato dallo stesso Alberto, che già aveva concepito il disegno per casi simili – ora racconta una storia diversa: non più quella della paura o del rifiuto, ma quella dell’accoglienza, del dialogo e della speranza.
"In un tempo in cui parole d’odio e simboli offensivi deturpano muri e coscienze, – ha dichiarato il consigliere Londoni – la mano gentile ma determinata di Alberto risponde con bellezza, rispetto e consapevolezza. Dove prima c’erano scritte indecorose, insulti o segni di esclusione, oggi grazie a lui prendono vita immagini che parlano di amore, accoglienza, dialogo, speranza. Il suo impegno non è solo gesto artistico, ma atto civile, coraggiosa presa di posizione contro ogni forma di discriminazione e intolleranza. Alberto interviene là dove c'è indifferenza, dove il silenzio complice lascia spazio al degrado. E lo fa con i colori della dignità, con la forza simbolica dell’arte, capace di cancellare non solo la vernice, ma anche l’odio che l’ha generata. Le sue opere non solo riqualificano luoghi, ma ricompongono tessuti sociali, restituiscono dignità agli spazi e voce a chi crede in un mondo più giusto".
Il gesto di Messaggi va oltre la pittura. È un atto civile. Una dichiarazione pubblica e coraggiosa contro l’intolleranza. Le sue opere non abbelliscono soltanto gli spazi: li riconsegnano alla comunità, restituendo dignità a luoghi e persone. L’arte, quando incontra il senso civico, può diventare uno degli strumenti più potenti per costruire una società più giusta. E il muro di via Rampina ora ne è la prova più evidente.