Troppi videogiochi, mercoledì l'udienza per il 14enne che rischia la comunità

Davanti al Tribunale dei Minori che intende riesaminare il caso e il comitato dei cittadini per i diritti umani lancia l'appello

Troppi videogiochi, mercoledì l'udienza per il 14enne che rischia la comunità
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Troppi videogiochi, mercoledì l'udienza presso Tribunale dei Minori per riesaminare il caso del ragazzo di Crema che rischia di finire in comunità perché dipendente dalla play station.

Davanti al giudice

Una questione che ha fatto molto discutere e che tiene la famiglia residente in città con il fiato sospeso."Mentre alcuni giorni fa gli operatori della tutela minorile tentavano ancora di eseguire il provvedimento di allontanamento coatto nonostante le implorazioni del ragazzo, e mentre la famiglia ancora attende la chiamata del Vicesindaco Michele Gennuso che aveva promesso di contattarla, il tribunale sembra intenzionato a fare luce su questo caso controverso " ha spiegato Sonia Manenti del Comitato Cittadini per i diritti umani di Brescia.

Cosa dice la Cassazione

La notizia arriva a pochi giorni dalla decisione del Procuratore Generale della Cassazione Francesca Ceriani, chiamata a giudicare sul caso di adottabilità dei figli della ‘coppia dell’acido’ , e sull’allontanamento dei figli di una coppia ritenuta troppo vecchia. La Cassazione ha coraggiosamente criticato queste azioni di genetica familiare e, ribadendo il principio per cui “i bambini non si tolgono nemmeno ai mafiosi, perché ogni bambino ha diritto di crescere nella famiglia in cui è nato” ha ordinato nel primo caso l’affido dei minori ai nonni (in attesa che i genitori finiscano di scontare la loro pena) e nel secondo caso il rientro in famiglia.

L'appello del Comitato

"Questa decisione, speriamo, potrebbe innescare un’inversione di rotta rispetto all’attuale tendenza di molti tribunali minorili, e ridare ai giudici il loro ruolo di periti tra i periti - ha concluso Manenti -Chiediamo al Tribunale di Brescia di affrontare il caso con un approccio umano ispirato al buon senso, senza appiattirsi su valutazioni psichiatriche prive di riscontri oggettivi"

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