Troppe armi: Lombardia come l'America dopo gli ultimi omicidi?

A dichiararlo è il procuratore dell’Osso, in un’intervista ad un importante quotidiano nazionale, dopo i recenti fatti accaduti a Brescia e a Bergamo.

Troppe armi: Lombardia come l'America dopo gli ultimi omicidi?
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Troppe armi in Lombardia, il procuratore Pier Luigi Maria Dell’Osso lo afferma dopo gli episodi accaduti a Brescia e Bergamo, in un’intervista.

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Troppe armi in Lombardia

In un’intervista a un quotidiano nazionale, il procuratore Pier Luigi Maria Dell’Osso evidenzia come negli ultimi mesi si siano moltiplicati gli episodi di violenza, anche quella a mano armata. Il fenomeno comunque va ben al di là del distretto giudiziario di Mantova e Cremona. Va focalizzata l’attenzione su cause e rimedi per evitare ulteriori derive.

Molte fabbriche d’armi in Italia

In Italia vi sono numerose fabbriche d’armi, le più grandi d’Europa e forse non è poi così difficile procurarsi delle armi. Le fabbriche sono più che legittime e producono ricchezza. Questa la tesi. Sempre secondo il procuratore Dell’Osso è difficile dire se le armi che circolano in Italia siano troppe: in ogni caso le armi detenute o portate, salvo quelle legate allo svolgimento di un lavoro rischioso, sono comunque molte.

L’Italia come l’America?

Ma ci stiamo forse avvicinando all’America e alle sue stragi isolate? L’Italia non è l’America, secondo il procuratore, e il pericolo di stragi può essere scongiurato solo con risposte investigative adeguate e pronte. Il livello del crimine infatti è sempre direttamente proporzionale all’efficacia degli organi di contrasto.

La risposta della Lega

Non si è fatta attendere la risposta della Lega, per bocca del segretario della Lega Lombarda, il brianzolo Paolo Grimoldi, che ribatte a muso duro alle parole del Procuratore Dell’Osso:

“Sbaglia il procuratore generale di Brescia, Pier Luigi Maria Dell’Osso, a collegare i tragici fatti accaduti mercoledì quasi contemporaneamente nel bresciano e a Caravaggio – vicende diverse, con risentimenti per ragioni diverse, economiche nel primo caso, sentimentali e familiari nel secondo, vicende in cui erano coinvolti personaggi che avevano già avuto problemi gravi con la giustizia, addirittura a  Caravaggio mafiosi che si trovavano al confino – con il fatto che nelle province di Bergamo e Brescia siano presenti gli impianti dei più importanti produttori di armi a livello europeo. Intanto queste aziende sono un vanto per il nostro territorio, sono un fiore all’occhiello e danno ricchezza e lavoro ai nostri territori. Ma il procuratore di Brescia sbaglia anche quando parla di ‘far west’ e critica quei cittadini costretti ad armarsi per potersi difendere: ricordo al magistrato i tanti troppi casi di rapine in villa o in azienda avvenute nel territorio bresciano e purtroppo concluse nel sangue, come l’uccisione del povero Raccagni a Pontoglio o come il povero Scalvini ridotto in fin di vita a bastonate un anno fa nella rapina subita in casa propria a Ghedi. Ricordo che spesso, a prescindere dai singoli casi appena citati, a commettere questi gravi reati sono pregiudicati già noti alla magistratura o peggio ancora clandestini che avrebbero dovuto essere espulsi: fino a quando le forze dell’ordine, spesso senza mezzi e risorse a causa dei tagli decisi dai Governi del Pd negli ultimi anni, e la magistratura non garantiranno sicurezza ai cittadini bergamaschi e bresciani sarà inevitabile per mariti o padri di famiglia armarsi per potersi difendere di notte da banditi senza scrupoli. Per cui lasciamo ai cittadini la possibilità di difendersi in casa propria senza se e senza ma, modificando l’attuale legge sulla legittima difesa per eliminare l’assurdo eccesso di difesa, e non accusiamo di qualche responsabilità, anche solo morale, le fabbriche che producono armi se delinquenti al confino o pregiudicati per reati vari sparano o uccidono. Piuttosto domandiamoci il perché simili soggetti non fossero maggiormente controllati”.

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