Trasporto pubblico locale, il 2024 chiude con un -15%, cala il numero degli studenti abbonati
E' un bollettino poco confortante, anche se in linea con l'anno precedente, quello diffuso dall'Agenzia del Tpl di Bergamo riferita al 2024
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Sempre meno biglietti venduti, con ricavi in calo e sempre più studenti che scelgono metodi di trasporto alternativi a quello pubblico per raggiungere gli istituti scolastici. E' un bollettino poco confortante, anche se in linea con l'anno precedente, quello diffuso dall'Agenzia del Trasporto Pubblico di Bergamo riferita al 2024.
Nel 2024 vendite per 34,9 milioni di euro
Il bollettino mensile relativo ai titoli di viaggio del trasporto pubblico locale nel bacino di Bergamo evidenzia, infatti, una sostanziale stabilità nei ricavi rispetto all’anno precedente, ma un significativo calo nei volumi di viaggio rispetto al periodo pre-pandemia. Secondo i dati raccolti dai report periodici degli operatori affidatari, le vendite complessive nel bacino, escludendo la bigliettazione integrata regionale, hanno raggiunto nel 2024 un valore di circa 34,9 milioni di euro, in lieve crescita rispetto ai 34,4 milioni di euro del 2023.
Tuttavia, rispetto al 2019, il confronto evidenzia un ritardo considerevole: se ricalcolato con le tariffe annuali, il valore delle vendite 2019 sarebbe stato superiore ai 43 milioni di euro, mentre nel 2024 si è fermato a circa 35 milioni di euro.
Crescono gli abbonamenti nell'area extraurbana
Nei due principali ambiti di servizio si osservano, però, andamenti differenti. L’area urbana mostra un miglioramento rispetto al 2023, con un recupero dei valori monetari ai livelli pre-pandemia. Al contrario, l'ambito extraurbano registra ancora un ritardo significativo, con minori ricavi per circa 1,6 milioni di euro rispetto al 2019.
Analizzando la composizione del valore delle vendite, emerge un diverso profilo dell'utenza nei due ambiti. Nell'area urbana, il 60% del valore totale è generato dalla vendita di biglietti e carnet, mentre gli abbonamenti rappresentano poco più del 30%. In ambito extraurbano, invece, la situazione si ribalta: gli abbonamenti costituiscono circa due terzi del totale, questo suggerisce che l'utenza urbana utilizza maggiormente i mezzi pubblici per spostamenti occasionali, mentre quella extraurbana si affida in modo più sistematico al trasporto pubblico.
Le vendite dei titoli di viaggio mostrano tendenze divergenti nei due ambiti di servizio. Complessivamente, il numero di viaggi venduti nel bacino è sceso dai 41,4 milioni del 2019 ai 34,9 milioni del 2024, con una riduzione del 15,7%. Nell’area urbana, il numero di biglietti e carnet venduti ha quasi raggiunto livelli pre pandemia, mentre le altre tipologie di abbonamento restano inferiori ai dati del 2019 con un -90,9% sugli abbonamenti settimanali. In ambito extraurbano, si registra un calo costante nella vendita di biglietti (-38,9%), compensato solo in parte da un aumento degli abbonamenti annuali (+321%) e mensili (+15,3%), mentre calano quelli settimanali (-77,3%).
"Una tendenza che potrebbe riflettere una maggiore fidelizzazione degli utenti extraurbani, che tendono a optare per formule di abbonamento più convenienti rispetto ai biglietti singoli", si legge nel bollettino.
Sempre meno studenti abbonati
Un elemento di rilievo è la variazione nelle tipologie di abbonamento extraurbano: mentre aumentano gli abbonamenti ordinari (mensili e annuali), si riducono quelli destinati agli studenti. D'altra parte le criticità che ogni anno vengono sollevate dagli studenti sono moltissime e ancora lontane dal trovare soluzione: autobus affollatissimi, ritardi e scioperi, possono aver spinto molti giovani a trovare soluzioni alternative e non necessariamente più economiche o più green.
"Questo fenomeno potrebbe essere attribuito a diversi fattori, tra cui un cambiamento nelle abitudini di mobilità degli studenti o una maggiore diffusione di altre forme di trasporto - riporta, invece, l'analisi dell'Agenzia - L’andamento generale del settore del trasporto pubblico locale riflette un periodo di trasformazione. La stabilità economica delle vendite indica che il sistema regge, ma il calo nel numero di viaggi suggerisce una modifica nelle abitudini degli utenti, che potrebbe essere legata a nuovi modelli di lavoro, smart working e cambiamenti nella domanda di mobilità. Questo scenario impone una riflessione sulle strategie future per incentivare l’uso del trasporto pubblico, migliorandone l'accessibilità e l’attrattività per diverse categorie di utenti".