Tourlé Arzago e Crema "Le nostre società estranee alla vicenda"
La società che gestisce il giro-pizza nella Bassa bergamasca non c'entra con le indagini. "Danno d'immagine, ma noi siamo aperti".
Completamente estranei ai fatti. Le due società che gestiscono i Tourlé di Arzago e di Crema hanno voluto chiarire di essere completamente estranei alle notizie emerse stamattina sull'indagine milanese che ha coinvolto alcune pizzerie della catena di giro-pizza.
Indagine 'ndrangheta, il Tourlé Arzago estraneo ai fatti
La notizia dell'arresto di 9 persone e del sequestro di 10 milioni di euro e quote societarie di alcune società legate al marchio Tourlé ha creato scompiglio. Ma la società che ha in gestione il giro-pizza, a marchio Tourlé, ad Arzago d'Adda è totalmente estranea alla vicenda giudiziaria. Lo ha voluto chiarire Franco Guglielmelli. "La nostra pizzeria è regolarmente aperta" spiega. "Abbiamo appreso la notizia delle indagini ed è stato un colpo anche per noi, ma assicuro che la nostra società ne è totalmente estranea - ha tenuto a precisare Franco Guglielmelli - Quello di Arzago è il nostro unico giro-pizza per il quale paghiamo l'utilizzo del marchio Tourlè, così come tante altre società. La notizia rischia di crearci un grave danno di immagine, a noi come a tanti colleghi con cui ci siamo sentiti stamattina e che come noi sono estranei ai fatti emersi. Il nostro locale, infatti, è regolarmente aperto".
Anche a Crema: "Ci dissociamo, siamo estranei"
Anche Serena Cerri, che con la sua società gestisce in franchising il Tourlé di Crema, è sgomenta. "Come affiliati siamo ovviamente estranei ai fatti e ci dissociamo assolutamente da quanto accaduto" spiega. "Ho lavorato per anni in McDonald's, per questo quando abbiamo deciso di aprire un ristorante abbiamo aderito alla formula del franchising. Non lo avremmo mai fatto, se avessimo saputo di questi giri. Siamo senza parole". Anche a Crema il ristorante è regolarmente aperto.
'Ndrangheta tra Lombardia e Piemonte
Al vertice dell'organizzazione che gestiva con "meccanismi propri della criminalità organizzata", secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato Giuseppe Carvelli, pluri pregiudicato per narcotraffico "vicino" alle cosche calabresi. I locali, riconducibili a Carvelli, venivano gestiti tramite società create ad hoc con la complicità dei soggetti a lui legati, alcuni anche con vincoli di parentela, che prestando la loro opera nei locali e nelle società, hanno favorito il disegno criminale del principale indagato. L'attività imprenditoriale nella ristorazione, in particolare, sarebbe stata portata avanti tramite le società "Jenever", prima, ed "Heigun" poi per il tramite di altri affiliati alla banda, smantellata dal lavoro d'indagine coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia e portato avanti dalla Squadra mobile della Questura milanese e dalla Divisione anticrimine del capoluogo.
Arresti e sequestri
Le nove persone arrestate, tutte italiane, sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere e trasferimento fraudolento di valori. E' stata poi data esecuzione al sequestro preventivo del capitale sociale, quote societarie e intero patrimonio aziendale di 6 società riconducibili agli indagati per un valore di circa 10 milioni di euro; quattro di queste società sono proprietarie di altrettanti ristoranti-pizzerie riconducibili al marchio in franchising Tourlè; una società è proprietaria dell’Hotel Lincoln di Cinisello Balsamo.
Cinque Tourlè lombardi: "Stupore e rammarico, noi estranei"
Pubblichiamo la nota di cinque ristoranti Tourlè lombardi, tra cui quello di Bergamo.
"I locali affiliati al marchio Tourlè di Olgiate Olona, Carbonate, Bergamo, Gazzada Schianno e Marchiolo apprendono con rammarico e stupore la notizia dell'operazione giudiziaria che ha portato al sequestro delle quote della società Myob Srl, che detiene il marchio Tourlè, e delle società che gestiscono i Tourlè di Sesto San Giovanni, Cologno Monzese e Torino, che sarebbero direttamente partecipate dalla medesima Myob.
I legali rappresentanti dei punti vendita Tourlè Olgiate Olona, Carbonate, Bergamo, Gazzada Schianno e Marchiolo, tramite i propri procuratori avv.Ivan Fossati del Foro di Milano e avv.Andrea Brenna del Foro di Varese, segnalano che le proprie società operano in franchising, sono autonome e indipendenti e non hanno alcun vincolo o rapporto di partecipazione con la Myob. In particolare, precisano che essi non sono risultano in alcun modo coinvolti nelle indagini e pertanto pienamente operative.
Gli avvocati fanno sapere che "seguiranno con attenzione l'evoluzione della vicenda e nei prossimi giorni verranno adottate tutte le azioni a tutela dell'immagine e degli interessi delle società da loro assistite".