Tornano le benemerenze di San Lazzaro
E' tutto pronto a Covo per le celebrazioni dedicate al patrono del paese.
E' tutto pronto a Covo per le celebrazioni dedicate al patrono del paese.
Le celebrazioni per il patrono
Dopo che i cittadini hanno potuto esprimere le proprie preferenze su chi maggiormente ha meritato il titolo di "miglior covese", è giunto il tempo delle premiazioni che si terranno, martedì 17 dicembre alle 21.15 in sala consiliare. La consegna sarà l’epilogo delle celebrazioni per San Lazzaro che inizieranno domenica con il progetto San Lazzaro. Alle 17.30 nella chiesa parrocchiale santi Giacomo e Filippo di Covo si terrà: "Betania, una casa , un’amicizia un prodigio". Un concerto diretto dal maestro Valerio Ciprì Lode durante il quale si esibiranno: il coro Effatà di Calcio e la Corale santa Cecilia di Covo.
Il culto per San Lazzaro
All’ entrata del paese, provenendo da Fara, ci si imbatte in una santella, in cui è raffigurata (in un'opera gigantesca di Jacopo Giordani) la consegna di un teschio tra due autorità ecclesiastiche. Precisamente sono raffigurati fra’ Bellino de’ Crotti e frate Gerolamo Lucini, dietro a loro è rappresentato Bartolomeo Colleoni. A Covo tutti sanno a quale fatto specifico della storia del paese l'edicola votiva rimanda, ma per i forestieri il contenuto dell'opera resta per lo più sconosciuto. Quel cranio, infatti, apparterrebbe a San Lazzaro, l'uomo che, secondo le sacre scritture, sarebbe risorto grazie all'intervento di Gesù. La santella, eretta nel 1449, riedificata poi nel 1855, si trova dove avvenne la famosa concessione, nei pressi dell’antica porta occidentale delle mura, via d’accesso per Romano. Perché a dirla tutta il teschio di San Lazzaro sarebbe dovuto finire proprio lì, a Romano, dove risiedeva allora il condottiero Colleoni. Impegnato in una campagna militare nelle Marche a Senigallia, il nobile bergamasco era venuto in possesso della prestigiosa reliquia e aveva deciso di portarla nella sua dimora alla Rocca.
Le reliquie custodite in paese
Ma proprio quando stava percorrendo le vie di Covo, le campane hanno iniziato a suonare da sole. Quello fu per Colleoni un segno evidente che il teschio doveva restare in quel luogo. E così fu. Ancora oggi il cranio è conservato nella chiesa parrocchiale, protetto dietro un'inferriata, in una grande teca di vetro sull'altare che porta il suo nome e quello di Maria Maddalena. La reliquia viene esposta ai fedeli solo nei giorni dell'adorazione del santo (15-17 dicembre). Tempo fa questa veniva nascosta da un telo, posto davanti all’altare, il quale era alzato solo quando i cittadini necessitavano di una grazia. Da qui il detto covese "desquarcià San Lazer". Probabilmente questa prassi, ormai superata, di: "occultare il santo" nasce dalla paura che la vicina Romano potesse venire a rubare il prezioso teschio.