Tabaccaio rapinato per strada a Caravaggio mentre torna a casa. E’ successo lunedì 10 novembre, intorno alle 20, a pochi metri di distanza dal suo negozio in via Folcero.
Aggredito per strada da un malvivente
Un’esperienza terribile quella vissuta da Giuseppe Allevi, titolare della tabaccheria e ricevitoria di famiglia in via Folcero. In tanti anni di lavoro non era mai successo ma lunedì un malvivente ha deciso di prenderlo di mira.
“Ero appena uscito dal negozio, alle 19.40 circa – ha raccontato stamattina – stavo andando a casa a piedi come faccio sempre visto che abito a poca distanza. Probabilmente mi ha tenuto d’occhio e ha visto che faccio quella strada tutte le sere. Camminava sul lato opposto della carreggiata rispetto a me, poi ha attraversato. Io ho accelerato il passo perché di norma cammino spedito ma poi ho sentito che correva: mi sono scansato pensando che fosse uno di quelli che fanno footing, mai più immaginavo che volesse aggredirmi. Quando però mi ha avvicinato mi ha sferrato un cazzotto alla schiena”.
“Dammi i soldi”
Il malvivente era italiano.
“Dopo avermi colpito mi ha detto ‘Dammi i soldi’ – ha continuato Allevi – d’istinto mi sono voltato e ci siamo accapigliati, lui mi ha dato un altro cazzotto in faccia e poi è riuscito a spintonarmi e a gettarmi a terra, quindi mi ha rubato il marsupio ed è scappato via. Probabilmente non si aspettava che reagissi””.
Nessuno è arrivato in suo soccorso.
“La strada è poco illuminata e a quell’ora c’è in giro poca gente, c’erano solo alcune auto in transito, nessuno ha visto – ha spiegato – E’ stato un grande spavento ma per fortuna nulla di grave. Avevo le chiavi in tasca, per cui sono riuscito a rientrare casa. E’ la prima volta che mi succede una cosa simile. Più tardi sono passato alla caserma dei carabinieri di Treviglio a sporgere denuncia e il giorno dopo una pattuglia è venuta qui per un sopralluogo, lungo la strada ci sono delle telecamere comunali. Vedremo. Il malvivente non l’ho visto bene nella concitazione, so che aveva una corporatura media e un berretto in testa”.