Storia e memoria

Svelate le lapidi dedicate alle 54 vittime bergamasche del bombardamento di Dalmine

Si è svolta ieri pomeriggio, 22 dicembre 2025,  al Cimitero Monumentale di Bergamo, la cerimonia di scoprimento della lapide dedicata ai caduti del 6 luglio 1944

Svelate le lapidi dedicate alle 54 vittime bergamasche del bombardamento di Dalmine

Si è svolta ieri pomeriggio, 22 dicembre 2025,  al Cimitero Monumentale di Bergamo, la cerimonia di scoprimento della lapide dedicata alle 54 vittime del bombardamento di Dalmine avvenuto il 6 luglio 1944.

In memoria dei caduti di Dalmine

Sono trascorsi oltre 80 anni da quella tragica giornata e il Comune di Bergamo ha voluto rendere omaggio ai suoi caduti dedicando una lapide commemorativa, frutto dell’attività di ricerca d’archivio e di verifica dei dati anagrafici delle vittime condotta grazie alla collaborazione sinergica con l’Associazione Storica Dalminese ed il Gruppo F.M.L. ACLI di Boltiere, entrambi definiti enti promotori di ricerca e studio della storia di Dalmine. Le lapidi sono, invece, state offerte da Corti Marmi.

Quel 6 luglio 1944…

Quel giorno due gruppi di bombardieri degli Alleati (una trentina di apparecchi), decollati dalle basi in Campania e Puglia, sganciarono, alle 11, 400 ordigni sull’area dello stabilimento della Dalmine, sul villaggio industriale e sugli antichi borghi di Mariano, Sabbio e Sforzatica. L’incursione provocò 278 morti, circa 800 feriti, ingenti danni agli impianti e alle infrastrutture. Un bilancio tragico, che vide cinquantaquattro lavoratori originari di Bergamo, tra le vittime più numerose, facendo della città il secondo centro più colpito dopo Dalmine stesso.

“L’impegno per la pace è indispensabile”

“Ricordare quanto accaduto in questo tragico evento è un atto doveroso per onorare le vittime e il loro sacrificio – ha commentato l’assessore ai Servizi Cimiteriali di Bergamo Giacomo Angeloni – Custodire la memoria significa difendere i valori della pace, della dignità del lavoro e della solidarietà tra le comunità. Bergamo, oggi, rende onore a quelle persone e rinnova il dovere di trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza di quanto alto sia il prezzo dell’odio e quanto indispensabile sia l’impegno quotidiano per la pace”.