Il mondo della scuola bergamasca si prepara a ripartire: circa 11mila studenti varcheranno infatti oggi, per la prima volta, la soglia di una scuola superiore (anche se, in realtà, in città diversi istituti hanno aperto già all’inizio della settimana, soprattutto per i “primini”).
Il conto esatto pubblicato nei mesi scorsi dalla Provincia parla di 11mila e 40 iscritti. Un numero in calo, secondo una tendenza destinata peraltro ad aumentare nei prossimi anni, complice ovviamente la denatalità che morde ormai da decenni. Non un buona notizia, in realtà, né per gli studenti oggi né per quelli di domani.
L’esercito dei precari alle Superiori
Come abbiamo già raccontato la scorsa settimana per le scuole del primo e secondo ciclo d’istruzione pubblico, una delle note più positive di questo avvio d’anno è la maggiore celerità delle procedure per le assunzioni e le supplenze. Ma come per le scuole dell’infanzia, le scuole primarie e le secondarie di primo grado, anche per le ex “superiori” il via più snello non ha ovviamente cancellato i problemi atavici del sistema. Parliamo delle tantissime cattedre affidate a docenti precari, assoldati con contratti in scadenza il prossimo 30 giugno (o il prossimo 31 agosto), o per coprire le decine e decine di “spezzoni orari” rimasti sguarniti. Per stare in piedi, insomma, anche in licei, istituti tecnici e istituti professionali il sistema si affida ad un esercito di precari. Notizia ancora peggiore, ad essere scoperte sono le cattedre in cui la continuità didattica è forse più preziosa che per altre: le cattedre per il sostegno degli studenti fragili, spesso costretti a micidiali “giri di valzer” prima di vedersi assegnato un insegnante che “duri” più di un anno.
Snocciolando i dati provinciali, i posti disponibili per le supplenze erano in Bergamasca 536. Nella Bassa, le scuole con più cattedre disponibili erano anche quelle più popolose e con più indirizzi: il “Don Milani” di Romano, ma anche l'”Oberdan” di Treviglio e il “Weil”, in cui soltanto per il sostegno si segnalavano quattro cattedre da coprire con supplenze annuali. Al “Mozzali” erano cinque, come al “Galilei” di Caravaggio.
Cosa cambia alle Superiori nel 2025
Ma numeri a parte, sono diverse le novità che la prima campanella porterà con sé, nella quotidianità degli studenti delle superiori. Prima fra tutti, ci sarà l’entrata in vigore del divieto di utilizzo del cellulare in classe anche per usi didattici, con scuole che hanno predisposto misure di controllo e le sanzioni in caso di trasgressione della normativa. L’esame di Stato, da quest’anno, tornerà a chiamarsi ufficialmente “esame di Maturità” e valuterà non solo le conoscenze ma anche le capacità critiche e il grado di maturazione degli studenti. Cambiamenti anche per la prova orale. Non sarà più possibile evitare la discussione: l’esame sarà considerato valido solo se il candidato avrà svolto tutte le prove. Inoltre, l’orale si restringerà a un massimo di quattro materie mentre il resto del colloquio sarà orientato a valutare la crescita personale dell’alunno.
Il voto negativo in condotta potrà portare alla bocciatura mentre chi avrà il 6 in condotta dovrà preparare un elaborato critico da consegnare a settembre. Un ulteriore cambiamento riguarda le prove Invalsi. I risultati degli studenti saranno inseriti in una sezione specifica del curriculum dello studente. Questo avverrà però solo dopo il conseguimento del diploma, garantendo che tali dati non siano accessibili alla commissione d’esame.
Sul fronte del corpo docente (precario) un’altra buona notizia è che a partire dal prossimo anno sarà attiva una polizza sanitaria integrativa estesa anche ai supplenti con incarico fino al 30 giugno. Vengono inoltre confermati gli incarichi per i circa 40mila tutor e orientatori, figure chiave nel supportare studenti e famiglie. Ma c’è dell’altro. La nuova piattaforma ComUnica consentirà ai genitori di compilare digitalmente i documenti necessari per l’inizio dell’anno scolastico.