Calcio

Stroncato da un malore improvviso, addio allo "zio" Ermanno Peci

Il paese è il lutto per l’improvvisa scomparsa del 57enne, storico barista del centro di Calcio.

Stroncato da un malore improvviso, addio allo "zio" Ermanno Peci
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Il paese è il lutto per l’improvvisa scomparsa del 57enne, storico barista del centro di Calcio.

Lutto

«Ciao zio», scritto su uno striscione e un coro acclamante il suo nome. Così gli amici di Ermanno Peci , hanno salutato il carismatico gestore del Bar Extasis nel suo ultimo viaggio, sabato pomeriggio scorso, dopo la cerimonia funebre tenutasi nella chiesa arcipretale di Calcio.Il cinquantasettenne calcense, titolare del locale che si trova nel cuore del paese, è scomparso in maniera improvvisa lo scorso giovedì pomeriggio a causa di un malore. A nulla sono valsi i tentativi che l’equipe medica, non appena ricevuto l’allarme da parte dei familiari, ha fatto per poter far riprendere l’uomo. La sua dipartita ha lasciato gli appartenenti alla comunità attoniti e sgomenti, non solo le persone a lui care, ma anche gli amici stretti, i sostenitori dell’Atalanta come lui e i clienti che hanno da sempre apprezzato il loro barista di fiducia.

Lo zio e il bar

Uomo discreto, serio, apparentemente burbero , assieme alla sorella Stefania da anni gestiva il caffè. Gentile e distaccato sapeva trattare con tutti e rimproverare gli eccessi di chi magari esagerava con gli aperitivi: «Ci rimproverava dicendo : quanto bevete- ha ricordato Marco Guerini, amico e compagno di tante avventure- adesso però, andate a casa. Era questo per noi, lo zio, la catena che teneva legate diverse compagnie. Era bastone e carota nella stessa persona a modo suo. Sapeva essere vulcanico , irruento e non si tirava mai indietro anche se aveva torto. Era capace di ascoltare le confidenze di chi come me, riponeva fiducia nella sua capacità di giudizio. Rintanato nella cucina del bar, anzi della sua “Ostarea” come chiamavamo l’Extasis, raccoglieva le mie confessioni. Ero consapevole che da lì non sarebbe uscito nulla e che i suoi consigli mi sarebbero serviti. E’ stato il faro per noi, gruppo dello stadio grazie anche ai suoi incredibili racconti riguardo le partite, i concerti e i suoi anni trascorsi nell’Italia dei periodi “ribelli”. Anche con la consapevolezza di possibili rimproveri, io uscivo sempre dal locale con il sorriso. Mi lasciava sempre fare, finché non esageravo e non mi riprendeva. Non aveva figli, ma ora siamo un po’ tutti orfani. Mancherà tantissimo ,e per me è la perdita più grande che io abbia mai avuto».

Ermanno Peci

I ricordi

Ermanno era una persona disponibile. Tante sono le testimonianze di chi l'ha conosciuto.« Io Ermanno l’ho conosciuto per vie traverse, era lo zio di un mio amico- ha commentato Pietro Bariselli- non potevo immaginare che di lì a poco sarebbe diventato un po’ anche il mio. Non mi spiego ancora il motivo per cui, dopo che scherzosamente mi cacciava dal bar o mi insultava in modo bonario , io tornassi ogni volta. Questo accadeva perché quando si stava con lui dentro o fuori l’Exstasis, non potevi non essere felice». « Era la persona più bella che potessi conoscere- ha affermato l’amica Lilliana Cadeo- E’ entrato nel cuore di tutti perché sapeva essere schietto. Se c’erano dei problemi, lui lo avvertiva subito e lì, in quella circostanza emergeva il suo lato più dolce, perché anche apparentemente era un duro, era in realtà la persona più buona di questo mondo. Mancherà a tutti anche i mie bambini che sono innamorati dello zio Ermy».  «Di tutti gli scherzi che ci poteva fare questo è il peggiore – ha dichiarato Claudio Predari- questa volta è stato lui ad andare via per primo dal bar. Il senso di vuoto che ha lasciato in ognuno di noi è qualcosa che non si può spiegare a parole e nemmeno mettere per iscritto. Mancherà tutto di te, dai rimproveri per il bere, ai racconti del passato da alpino, fino alla tua passione per Bob Marley. Calcio di sicuro non sarà più la stessa senza di lui e nemmeno il suo bar. Il modo più sincero per salutarlo sabato è fare quel “casino” che a lui piaceva tanto e di certo era lì a guardarci».

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