Una vita per le auto e i motori, addio a Stefano Ravasi
Era nato a Castel Cerreto, 79 anni fa, e martedì la comunità lo ha salutato per l'ultima volta. Da tempo combatteva con la malattia
Aveva la grinta di un leone in un corpo che ormai non riusciva più a stare al passo. Si è spento lunedì mattina a 79 anni Stefano Ravasi, storico titolare della «Trevi Auto».
Il "papà" di Trevi Auto
Dalla vita aveva cercato di trarre sempre il meglio, sacrificandosi, ma anche godendo dei frutti del proprio lavoro. Tanti in città, ma soprattutto nella comunità di Castel Cerreto, dove era nato nel 1938, lo ricordano e ora piangono la sua scomparsa. Da tempo combatteva contro il male che non gli ha dato tregua tornando ogni volta più aggressivo, fino allo scorso maggio quando le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare. Il 20 agosto è stato ricoverato all’Hospice di Inzago e lì si è spento lunedì mattina. In tantissimi, martedì pomeriggio, hanno voluto stringersi attorno alla famiglia, la moglie Maria Vavassori, la figlia Simona con il marito Beniamino e i nipoti Michele e Alessandro, per i funerali, celebrati da don Vincenzo, nella chiesa parrocchiale di Castel Cerreto. A pochi passi da dove era nato. Ultimo di sei figli, era cresciuto in una famiglia di contadini e dopo una prima esperienza con uno scatolificio, decise di seguire la sua vera passione: quella per i motori. Così, prima insieme a uno dei fratelli aprì una carrozzeria in via Tasso, poi l’autosalone «Trevi Auto» chiuso nel 1989.
Un esempio da seguire
Un uomo integro, coerente con un’intelligenza fine e una forza che si leggeva negli occhi: quando la sua voce faticava ad arrivare ci pensava lo sguardo sempre vivace e vigile e una stretta di mano, di quelle che non si usano più.
«Abbiamo lasciato con lui un santino di Padre Pio che teneva sempre in auto, una fotografia della sua famiglie e una pergamena - ha raccontato la figlia - Ho voluto salutarlo così: “Per il miglior papà del mondo: Vorrei la tua forza, la tua saggezza e anche i tuoi difetti... se servissero a farmi diventare una persona speciale come te. Ti voglio bene, tua figlia Simona”».
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