Cronaca

Spari a Cividate: chiesti dieci anni per un militare

La Procura accusa un caporal maggiore 43enne: la vittima lo ha riconosciuto, ma la difesa insiste sull’alibi.

Spari a Cividate: chiesti dieci anni per un militare

Il 27 marzo dello scorso anno in paese un 27enne marocchino fu colpito da tredici colpi di pistola al braccio e a una gamba. La Procura accusa un caporal maggiore 43enne: la vittima lo ha riconosciuto, ma la difesa insiste sull’alibi.

L’agguato

Il 27 marzo dello scorso anno, a Cividate, un 27enne marocchino fu colpito da tredici colpi di pistola al braccio e a una gamba. Era arrivato da Pavia con mille euro per comprare droga, dopo aver fissato l’incontro tramite WhatsApp. Sul posto trovò due uomini: uno col passamontagna, l’altro armato e a volto scoperto che aprì il fuoco. Nonostante le ferite, la vittima riuscì a raggiungere un distributore di benzina e a dare l’allarme.

Le accuse

Per la Procura di Bergamo a sparare sarebbe stato R. L. B., 43 anni, caporal maggiore dell’esercito. La pm Laura Cocucci ha chiesto dieci anni di carcere in rito abbreviato, parlando di prove «gravi, precise e concordanti». La vittima lo ha riconosciuto subito, prima in foto e poi di persona. Anche la presenza della sua auto nella zona e i dati dei tabulati telefonici rafforzerebbero l’accusa.

 

La difesa

L’imputato, assistito dagli avvocati Domenico Meddis e Bruno Ganino, ha respinto le accuse: “Non ho fatto nulla, avevo prestato l’auto a un amico”. Una testimone ha confermato che quella sera era a cena a Urago d’Oglio, ma per la Procura l’alibi non regge. Anzi, per lei è stata chiesta la trasmissione degli atti per falsa testimonianza. Il 24 settembre sono attese le arringhe della difesa.