Infrastrutture

Slow food contro l'autostrada: "Una ferita mortale per l'ambiente e l'agricoltura"

Una "devastazione" che colpirebbe in modo particolare il territorio a nord di Treviglio, tra le frazioni di Geromina e Castel Cerreto oltre a Pontirolo e Fara

Slow food contro l'autostrada: "Una ferita mortale per l'ambiente e l'agricoltura"
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Anche Slow food - con le tre condotte di Bergamo, Valli Orobiche e Bassa bergamasca - si scaglia contro il progetto dell'autostrada Treviglio-Bergamo: "Uno spreco di denaro per una ferita mortale all’ambiente e un grave danno all’agricoltura".

Slow food contro l'autostrada

"Un progetto vecchio di vent’anni che dall’originaria intenzione IPB, di interconnessione tra Pedemontana e BreBeMi, si è via via ridotto a un peduncolo autostradale di 15,6 km, a pagamento, tra la frazione Pezzoli di Treviglio e il casello A4 di Dalmine, un progetto che non risolverebbe assolutamente l’annoso problema di collegamento veloce tra la Bassa e il capoluogo, tanto da sollevare l’aperta contrarietà delle stesse associazioni degli autotrasportatori - dichiarano i fiduciari delle Condotte Slow Food, Alessandra Bossini (Bassa bergamasca), Beppe Cinardo (Valli orobiche), Dino Mangili (Bergamo) - Un’opera dai costi stratosferici, quasi 600 milioni di euro scanditi a quasi 40 milioni per chilometro, oltremodo dispendiosa di risorse economiche pubbliche, con un “contributo” regionale di 146 milioni elargito al solo scopo di allineare il futuro pedaggio con quello dell’autostrada A4".

Enormi costi ambientali

Ma a preoccupare Slow food sono soprattutto gli enormi costi ambientali.

"Con questo progetto verrebbe cementificata o asfaltata una superficie agricola pari a 200 campi di calcio, giusto per dare un’idea - proseguono - Il suolo é la nostra risorsa più importante, fondamentale per la salvaguardia della biodiversità, per il contrasto ai cambiamenti climatici, per la sicurezza idrogeologica. Sottolineiamo in particolare il pesante impatto sulla regimazione idraulica delle acque, il loro deflusso e scarico in un complesso e storico sistema di rogge primarie e secondarie, organismo vitale per la salvaguardia dell’habitat della pianura e per la fiorente agricoltura di tutta la pianura e per l’intero comparto agronomico e gastronomico".

Una "devastazione" che colpirebbe in modo particolare il territorio a nord di Treviglio, un corridoio oltretutto di indubbio interesse naturalistico che si è preservato nei secoli tra la frazione Geromina, lo storico borgo agricolo di Castel Cerreto e la campagna a nord dei Comuni di Pontirolo e Fara d’Adda.

Un'opera insostenibile

"Le Condotte bergamasche di Slow Food ritengono questo progetto troppo oneroso in termini di costi ambientali ed economici, un’infrastruttura assolutamente insostenibile e non strategica la cui opportunità e fattibilità devono essere riconsiderate dai decisori istituzionali preposti, che invitiamo ad aprire un confronto vero con tutte le parti e le istituzioni interessate, dando voce finalmente a quanti si sono dichiarati contrari, come la maggioranza dei Comuni coinvolti, le associazioni degli agricoltori, le associazioni ambientaliste e le migliaia di cittadini che hanno firmato e si sono da anni mobilitati contro questo progetto - concludono - Invitiamo infine Regione Lombardia a riconsiderare la destinazione di quei 146 milioni di euro finalizzandoli in alternativa a interventi e progetti che favoriscano il decongestionamento del traffico e la mobilità sostenibile".

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