Si schiantò in moto contro il cantiere a Treviglio, a giudizio i titolari dell’azienda
Christian Chessa, 23enne di Mozzanica, morì nell’incidente avvenuto davanti all’ospedale di Treviglio
Tre rinvii a giudizio per omicidio stradale colposo. A quindici mesi dal tragico incidente stradale in cui perse la vita il motociclista 23enne di Mozzanica Christian Chessa, avvenuto sulla Ex Statale 11 durante i lavori per la realizzazione della rotatoria "a otto" davanti all’ospedale di Treviglio, ci sono i primi sviluppi giudiziari.
La morte di Christian Chessa
La madre di Christian Chessa, Simona Passoni, sin da subito aveva sollevato dubbi sulla sicurezza del cantiere e aveva incaricato l’avvocato Rocco Lombardo di presentare una denuncia nei confronti dei responsabili dei lavori. Come venne sottolineato nei giorni successivi, infatti, l’area era scarsamente illuminata (l’incidente avvenne nelle prime ore del mattino) e, proprio il giorno prima, erano state apportate delle modifiche ritenute mal segnalate. Il giovane percorreva infatti quella strada tutti i giorni per recarsi al lavoro alla Same, quindi conosceva bene la zona e sapeva della presenza del cantiere.
Lo schianto
L’incidente è avvenuto poco dopo le 5.30 del 12 ottobre 2023. Christian Chessa, a bordo della sua moto "Kawasaki Ninja" che aveva acquistato da poco, si stava recando verso la Same dove lavorava come operaio nel reparto assali. Giunto all’altezza del cantiere era andato dritto verso le barriere in cemento che delimitavano la rotatoria non ancora terminata. Alcuni automobilisti di passaggio avevano dato l’allarme. Quando però i soccorritori giunsero sul posto, la situazione era già disperata: il 23enne presentava numerose ferite, anche alla testa nonostante indossasse regolarmente il casco. Nonostante il trasporto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e un disperato intervento operatorio da parte dei medici, non ci fu niente da fare: Christian Chessa morì poche ore dopo lo schianto al nosocomio del capoluogo orobico.
Il rinvio a giudizio
Un incidente dai contorni poco chiari, come emerso anche dalle indagini della Polizia stradale di Treviglio e dei colleghi del Commissariato di Polizia, che hanno spinto la madre del giovane a rivolgersi alla magistratura. L’avvocato Lombardo ha anche nominato un perito, Salvatore Furfaro, che nella sua relazione ha fatto emergere le presunte responsabilità della ditta incaricata dei lavori. Supposizioni che hanno evidentemente convinto il Pm di Bergamo Raffaella Latorraca, che ha deciso per il rinvio a giudizio di E. D. e F. D., legali rappresentanti della società "Del Bono Spa" e del direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza del cantiere D. M., per vari reati, tra cui l’omicidio stradale colposo. La prima udienza, davanti al Gup di Bergamo Vito Di Vita, si terrà il prossimo 20 maggio.