Si sballavano usando farmaci stupefacenti acquistati con ricette false: perquisizioni in bergamasca
Le indagini sono partite da una ricetta fasulla individuata in una farmacia della bergamasca. Nei guai cinque giovani nemmeno ventenni
Per sballarsi utilizzavano farmaci stupefacenti che riuscivano ad acquistare presentando ricette false. Le perquisizioni dei carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Brescia sono scattate anche in provincia di Bergamo. I militari dell'Arma hanno eseguito, nelle province di Brescia, Bergamo, Varese, Milano e Sassari, perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di nove persone ritenute responsabili di numerosi acquisti, attraverso ricette mediche fasulle, di farmaci oppiacei e di benzodiazepine destinati ad essere spacciati, quindi assunti per lo sballo e non certo per un trattamento terapeutico.
Ricetta falsa scoperta in bergamasca
I provvedimenti sono stati disposti dalla Procura della Repubblica di Bergamo, che ha coordinato la complessa attività info-investigativa intrapresa dal Reparto Speciale dell’Arma nei primi mesi dello scorso anno, quando il sospetto circa l’autenticità di una ricetta rinvenuta nel corso di un ordinario controllo in una farmacia della bergamasca aveva dato il via ad una serie di attività info-investigative che avevano
finito per confermare il coinvolgimento di un gruppo di ragazzi poco più che ventenni in una successione di illecite condotte finalizzate all’accaparramento – per lo smercio, con significativi rincari, oltre che per il personale consumo – di medicinali a base di ossicodone ed ansiolitici attraverso l’utilizzo di prescrizioni da loro stessi create (anche per essere vendute) indicando medici e pazienti inesistenti.
Le perquisizioni
Le perquisizioni hanno permesso di raccogliere molteplici prove nel corso dell’inchiesta ovvero di sequestrare, complessivamente, quasi duecento pastiglie di farmaci (ossicodone, soprattutto, ma anche benzodiazepine), sciroppi alla codeina, centinaia di ricette bianche (molte già composte, quindi pronte per essere usate), più di 50 ricette rosse (alcune compilate per mezzo di un programma ad hoc e così rese del tutto simili a quelle cosiddette dematerializzate) di credibile provenienza furtiva, numerosi blister riconducibili ai menzionati medicinali (diversi quelli ritagliati come per volerne ottenere piccole dosi), bilance di precisione e, anche, droghe comunemente dette, principalmente hashish.
I militari hanno sequestrato gli smartphone usati dai ragazzi per poterli analizzare. È verosimile che i “contatti” relativi alle cessioni dei farmaci stupefacenti avvenissero anche mediante l’uso di App di messaggistica istantanea.