Ghisalba

Si fa prestare il telefono da un passante per denunciare il marito violento e possessivo

I Carabinieri d ella Stazione di Martinengo hanno arrestato un marocchino 37 enne residente a Ghisalba, per continue aggressioni a danni della moglie.

Si fa prestare il telefono da un passante per denunciare il marito violento e possessivo
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I Carabinieri d ella Stazione di Martinengo hanno arrestato un marocchino 37 enne residente a Ghisalba, per continue aggressioni a danni della moglie.

La denuncia

I Carabinieri della Stazione di Martinengo hanno arrestato S.M., marocchino di 37 anni, posto agli arresti domiciliari in Ghisalba dove risiede , dopo le indagini dei militari dell’Arma a cui si era disperatamente rivolta la moglie, per ordine del Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Bergamo. Nel mese di maggio 2024, la vittima 28enne, non più disposta a sopportare le continue prevaricazione e aggressioni sia fisiche che verbali del marito, che addirittura non le consentiva di uscire di casa se non in sua presenza. Un giorno la don uscita per andare a prendere i figli a scuola, subito dopo aver subito l’ennesima aggressione domestica, si è fatta prestare un telefono da un passante e ha contattato i Carabinieri per porre fine a quella drammatica situazione. Finalmente la donna, davanti ai Carabinieri che hanno colto la sua richiesta di aiuto, ha avuto il coraggio di denunciare anni di violenze e maltrattamenti iniziati nel 2013, il giorno dopo il matrimonio, peraltro “combinato” seconda arcaica tradizione marocchina. Da quell’unione erano nati tre figli.

Vessazioni

L’uomo per anni si è reso responsabile di atti di aggressione fisica e verbale, minacce di morte, volti a ledere la dignità della moglie, nonché a limitarne fortemente la sfera di autodeterminazione, anche alla presenza dei bambini. La donna ha raccontato che, nell’ultimo periodo, la paura nei confronti del marito era aumentata in quanto egli era in costante agitazione, non dormiva e ciò impediva anche a lei di dormire, temendo che nel sonno potesse essere aggredita dal coniuge, o che questi potesse far del male ai loro figli mentre lei dormiva, seppur la donna ha precisato che l’uomo non ha mai picchiato i figli. Uno stato di agitazione causato dall’uso costante di cocaina. Il 37 enne inoltre ha perso il lavoro ed è in disoccupazione. La loro casa è stata venduta all’asta e si sono anche trovati senza luce e gas. La donna è stata privata persino del telefono cellulare e le è stato impedito di contattare i parenti residenti in Marocco in modo tale da farla sentire emarginata e rinchiusa nelle mura domestiche che per anni si sono trasformate in un luogo di prigionia. Il 37 enne non consentito alla moglie di avere alcuna autonomia dal punto di vista economico, non solo impedendole di lavorare ma anche proibendole di fare la spesa, di cui si occupava lui personalmente una volta al mese.

Aggressioni e denuncia

Una stato di prigionia che in diverse occasioni è sfociato in violenza. In un’occasione il 37 enne aveva colpito la vittima con un bicchiere, rompendoglielo in testa. Numerosi son o stati gli episodi in cui l’aveva presa a calci, pugni e schiaffi causandole evidenti segni che puntualmente venivano nascosti sotto il velo. L’aggressore inoltre diventava ancora più feroce quando, sempre più frequentemente, era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La Procura ha disposto l’immediata attivazione delle procedure previste per i reati del “Codice Rosso” e grazie alla preziosa collaborazione della Rete Antiviolenza, consolidato ed efficiente punto di riferimento per tutte le vittime di questi reati, dopo aver formalizzato la denuncia ai Carabinieri la donna con i figli ha potuto lasciare l’abitazione familiare trovando ospitalità presso una casa rifugio. La decisione di denunciare ha posto fine a lunghe sofferenze fisiche e psicologiche, ma ha anche permesso di evitare che i reati subiti potessero portare ad ulteriori conseguenze.

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