Castel Rozzone

Si è spenta Nella Bonacina, storica cuoca volontaria del "vecchio" asilo

Si è spenta serenamente all’età di 91 anni nella casa ospitale «Aresi» di Brignano circondata dall’affetto dei suoi cari

Si è spenta Nella Bonacina, storica cuoca volontaria del "vecchio" asilo
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L’intera comunità dice addio a Nella Bonacina, l’ex cuoca volontaria del vecchio asilo «San Giuseppe». Lo scorso lunedì, nella chiesa di San Bernardo Abate, un commosso saluto è stato riservato alla stimata vedova Manzoni, che si è spenta serenamente all’età di 91 anni nella casa ospitale «Aresi» di Brignano circondata dall’affetto dei suoi cari.

Addio a Nella Bonacina

Nata a Cologno al Serio il 5 luglio 1932, Nella era figlia di Giuseppe Bonacina, noto artigiano di cornici, e sorella di Nino Bonacina, celebre pittore bergamasco le cui opere sono conservate nei Beni Culturali della Regione Lombardia, e Benvenuto Bonacina, proprietario di uno dei più affermati studi di architettura della provincia bergamasca.
Dopo aver sposato Vincenzo Manzoni, da cui nel corso del tempo ha avuto i due figli Andrea e Giusi e i quattro nipoti Nicolò, Deborah, Samanta e Mauro, si era trasferita a Castel Rozzone e aveva iniziato a dedicare la sua vita al volontariato, dapprima ai Padri Bianchi di Treviglio e poi alla vecchia scuola dell’infanzia castelrozzonese.

«La nonna era tanto orgogliosa del suo ruolo  – ha raccontato dolcemente commosso il nipote Nicolò Manzoni – E prima ancora lo era stata dell’aiuto che la sua famiglia aveva offerto ai più bisognosi, sia durante la guerra che in tempi meno bui. Lei e le sue sorelle, oltre a lavorare come sarte e a organizzare piccole scuole di cucito, preparavano la pasta fresca a casa e poi la distribuivano gratuitamente a chi non poteva permettersela. È così che divenne bravissima in cucina, tanto che ancora oggi è ricordata per la bontà dei suoi piatti da molti ex alunni dell’asilo di Castello, che nutrono una profonda gratitudine nei suoi confronti anche per via delle pietanze che comprava di tasca propria quando l’asilo non era ancora parastatale e viveva nella povertà. Per la nonna infatti, contava solo che i bambini e le maestre riuscissero a mangiare un pasto caldo, non le importava se questo significava fare la spesa con i suoi soldi togliendo inevitabilmente qualcosa alla sua famiglia».

Un immenso altruismo

Questo spiccato altruismo di Nella, strettamente connesso alla sua fede cristiana, è stato ricordato anche da don Franco Colino nell’omelia pronunciata durante la messa in suo suffragio.

«Se vogliamo raggiungere la gioia autentica, la nostra vita è chiamata a basarsi sulla fiducia – ha esordito il parroco – E anche la nostra sorella Nella, durante la sua esistenza, ha compiuto l’esperienza del fidarsi. Si è fidata dei suoi genitori, del suo sposo, dei suoi figli, dei suoi nipoti, ma soprattutto si è fidata di Cristo Gesù. E non è una fiducia scontata, perché tante volte ci siamo accorti che la parola di Gesù, di quest’uomo che ha saputo donarci tutto se stesso, non era in sintonia con la mentalità del mondo e ne siamo rimasti perplessi. Eppure, Gesù ha affidato ciascuno di noi a Dio Padre per far sì che fossimo partecipi della sua gloria, che altro non è che il suo amore eterno donato senza pretendere nulla in cambio. Un amore quello di Gesù, che dà la possibilità a tutti noi che siamo ancora in cammino di fidarci unicamente di chi è capace di dare la vita per noi. Neanche il peccato più grande, neanche la morte, possono rompere l’amore eterno di Dio, nel quale possiamo ritrovare la nostra sorella Nella, continuando noi stessi ad amare e a portare avanti il suo straordinario progetto».

Dopo le esequie, la salma è stata trasportata al tempio crematorio. Le sue ceneri sono state poi tumulate nel cimitero di via Don Giovanni Bosco, dove chiunque potrà continuare a rendere loro omaggio.

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