Si allarga la protesta contro la sanità privatizzata: "La situazione in bergamasca è insostenibile"
Sabato i manifestanti hanno presidiato l’ingresso dell’ospedale con cartelli e bandiere per chiedere "la chiusura immediata del Pronto soccorso a pagamento"
Una sessantina di persone, tra le bandiere del Movimento 5 Stelle, hanno manifestato ancora una volta davanti al Policlinico San Marco di Zingonia per difendere il diritto dalla salute.
Nuova protesta davanti al Policlinico San Marco
Sabato pomeriggio i manifestanti hanno presidiato l’ingresso dell’ospedale, che appartiene al Gruppo San Donato, con cartelli e bandiere per chiedere "la chiusura immediata del poliambulatorio", già ribattezzato "Pronto Soccorso a pagamento", un ambulatorio ad accesso diretto per consentire a chi ha necessità di visite non urgenti (codici bianchi e verdi per intenderci) di accedere saltando la coda ma dietro il pagamento di un ticket da 149 euro.
"Pretendiamo una sanità che tuteli tutti non solo i più ricchi - hanno ribadito gli organizzatori, guidati dal sindacalista Giuseppe Rinaldi - Non è possibile che nel 2024 tanti cittadini in provincia di Bergamo debbano decidere se mangiare o curarsi. È una vergogna quello che sta succedendo sul territorio Lombardo e in particolare nella bergamasca".
Contro i tagli alla sanità pubblica
Una battaglia a cui si è aggiunta anche la presenza del "Comitato d’azione per la sanità pubblica", nato a Bergamo - e di cui fa parte anche lo stesso Rinaldi - per portare avanti le battaglie contro le liste d’attesa infinite.
Per il Comitato il diritto alla salute è minato dai tagli effettuati negli ultimi vent’anni che hanno portato "alla chiusura di centinaio di strutture sanitarie, carenza di migliaia di operatori sanitari, incapacità nell'affrontare tempestivamente il Covid".
"Nella nostra provincia le migliaia di persone che si trovano senza un medico di famiglia e la demolizione in corso della ex Guardia medica mostrano il reale disinteresse dei dirigenti di Ats, Asst e Regione per la medicina territoriale - hanno sottolineato - Subiamo liste d’attesa addirittura di più anni per interventi di diagnostica preventiva e curativa portando migliaia di persone a rinunciare alle cure o a indebitarsi per farle: sono 43 i miliardi che vengono sborsati dai cittadini per curarsi privatamente".
Dare voce ai cittadini
Una situazione che non migliora con la finanziaria recentemente varata dal Governo.
"Anziché fare assunzioni si finanziano l'aumento delle ore di lavoro e la sanità privata - concludono - Anziché promuovere e garantire l'erogazione dei servizi secondo Costituzione lo Stato li sta svendendo agli interessi privati e speculativi delle assicurazioni e dei fondi sanitari. E la situazione sta diventando insostenibile. Vogliamo dar voce al diffuso malcontento esistente e favorirne l'organizzazione perché da soli non si risolvono problemi complessi come la progressiva demolizione del diritto alla salute sviluppata da amministrazioni pubbliche che ascoltano di più la voce degli imprenditori e degli speculatori che i reali bisogni delle persone".
Con questo obiettivo si è costituito il Comitato di Azione per la tutela della Sanità pubblica, una forma organizzata di intervento e controllo popolare "che supera l'aspetto della denuncia e dell'assistenza per rendere i cittadini protagonisti nell'elaborare e imporre le soluzioni per il cambiamento".