Hanno tentato di cacciare con la forza una famiglia pakistana con tre bambini piccoli dal loro appartamento. In manette due sorelle e un uomo, accusati di violazione di domicilio.
La lite per l’affitto non pagato
Un tentativo di sfratto improvvisato si è concluso con tre arresti a Cividate , nella Bergamasca. A finire in manette sono stati tre cittadini italiani di origine albanese: due sorelle, M.L. di 42 anni ed E.L. di 45, e il marito di quest’ultima, J.C., 50 anni. Tutti risiedono in Italia da oltre vent’anni. L’appartamento al centro della vicenda, situato in piazza della Libertà, è di proprietà di E.L. Da alcuni mesi, però, la famiglia pakistana che lo occupava, marito, moglie e tre bambini di 5, 3 e 1 anno, aveva smesso di pagare l’affitto. Dopo vari solleciti rimasti senza risposta, il primo settembre J.C. aveva fatto firmare all’inquilino una scrittura privata che prevedeva la liberazione dell’alloggio entro il 30 settembre. Alla scadenza, però, la famiglia era ancora lì. Ne è nata una lite violenta: J.C. ha afferrato l’inquilino per il collo, costringendolo a ricorrere alle cure mediche, con una prognosi di sette giorni.
Lo sfratto “fai da te” e l’intervento dei carabinieri
Il giorno successivo, giovedì 2 ottobre, J.C. si è ripresentato nell’appartamento insieme alla moglie e alla cognata. L’intento era chiaro: cacciare gli inquilini di persona. Prima dell’intervento, i tre hanno contattato il 112 per “tutelarsi”. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Martinengo, che hanno invitato le parti alla calma, suggerendo agli inquilini di lasciare l’alloggio quanto prima. La discussione è continuata in strada: l’inquilino pachistano ha spiegato di aver già acquistato i biglietti per rientrare nel proprio Paese e ha chiesto solo qualche giorno di tempo. Rientrato in casa per cercare i documenti, ha lasciato momentaneamente l’appartamento incustodito.
L’irruzione e gli arresti
Approfittando di quel momento, i tre proprietari sono entrati nell’abitazione con le proprie chiavi. Le due sorelle hanno iniziato a riempire sacchi della spazzatura con gli oggetti della famiglia pachistana, mentre M.L. ha strappato di mano il cellulare alla moglie dell’inquilino. Il telefono è stato poi ritrovato danneggiato nel giardino condominiale. I carabinieri, intervenuti nuovamente, hanno arrestato i tre per violazione di domicilio. Condotti in tribunale venerdì 3 ottobre, gli arresti sono stati convalidati dal giudice, che non ha però disposto misure cautelari. Il processo per direttissima è stato fissato per il 21 novembre.