Provinciale

Sequestrate 19 auto a un pregiudicato già in carcere, erano intestate a un prestanome

Secondo step dell’indagine “Pay to live” che a novembre aveva portato all’arresto di due fratelli calabresi, vicini ad ambienti ‘ndranghetisti.

Sequestrate 19 auto a un pregiudicato già in carcere, erano intestate a un prestanome
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Sequestrate 19 auto a un 52enne pregiudicato e già in carcere a Bergamo per estorsione e sequestro di persona. Le auto, tra cui anche tre Porsche erano intestate a una società amministrata da un prestanome.

Operazione Pay to live

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, su ordine dell’Autorità Giudiziaria, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di diciannove vetture risultate nella disponibilità di un pregiudicato, attualmente in carcere per estorsione e sequestro di persona.

Il provvedimento cautelare, firmato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo, Federica Gaudino, su richiesta del Sostituto Procuratore della locale Procura della Repubblica, Emanuele Marchisio, rappresenta il secondo step dell’indagine “Pay to live” condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo, che a novembre scorso aveva portato all’arresto di due fratelli calabresi, vicini ad ambienti ‘ndranghetisti e di un sessantaseienne bergamasco, attivo nel
commercio di autoveicoli, che si era è avvalso dell’azione violenta dei due fratelli per recuperare i propri crediti.

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Possedeva 19 auto intestate a un prestanome

All’atto del suo arresto, i Finanzieri avevano rilevato nella disponibilità dell’imprenditore indagato diverse autovetture, anche di pregio, intestate ad una società con sede a Paratico (BS) e amministrata da un cinquantaduenne di Bergamo, che le indagini hanno dimostrato essere in realtà un prestanome dell’arrestato.
Nel corso degli accertamenti - così come in precedenti investigazioni condotte nell’ambito dell’operazione “Crazy Water" - le Fiamme Gialle hanno appurato che la
compravendita delle auto da parte del pregiudicato veniva esercitata non solo totalmente in nero, ma era anche connotata dal sistematico ricorso alla violenza nella fase del recupero del credito.  Come scrive il Giudice nel suo provvedimento, sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di estorsione e considerato che l’indagato non ha dichiarato redditi tali da giustificare il possesso dei beni di cui è risultato avere la disponibilità. Per questo l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro delle 19 auto. Tra queste tre SUV Porsche Cayenne, un’Audi e una BMW, per un valore complessivo stimato in 100mila euro.

L'operazione di servizio Pay to Live che ha assicurato alla giustizia elementi ritenuti contigui alla criminalità calabrese e bergamasca e l’aggressione patrimoniale dei beni il cui possesso da parte di un pregiudicato non è giustificato dai redditi dichiarati, s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a contrasto dei più gravi illeciti e delle infiltrazioni del malaffare nel tessuto economico sano.

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