Treviglio

Senza medico e in attesa di un trapianto di polmoni: la battaglia di Valentina contro la fibrosi cistica

L'appello del padre che si è trasferito con la figlia trentenne in città per poter restare in lista in attesa del miracolo

Senza medico e in attesa di un trapianto di polmoni: la battaglia di Valentina contro la fibrosi cistica
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"Mia figlia soffre già da quando è nata: non chiedo tanto, solo che le sia assegnato un medico di base per poterle prescrivere le tante medicine che deve prendere ogni giorno per vivere".

A lanciare l’appello è Giosuè Cimenis, 55 anni, papà di Valentina, che da trent’anni, da quando è venuta al mondo, soffre di fibrosi cistica. Da alcuni anni è in attesa di un trapianto di polmoni e, non bastasse la malattia genetica di cui soffre, la sua e quella della sua famiglia è una battaglia anche contro la burocrazia.

La speranza di un trapianto

Padre e figlia sono infatti originari di Martina Franca, grosso centro in provincia di Taranto, dove vivono anche la madre e la sorella della 30enne. Proprio per via dei vari cavilli, da poco più di un mese sono "costretti" a vivere a Treviglio, in un alloggio messo a disposizione dalla "Lifc" (Lega Italiana Fibrosi Cistica) per restare nella lista d’attesa del Centra Trapianti del Policlinico di Milano, presso cui la giovane è in cura.

"Con il domicilio in Lombardia le cose sono più facili - ha spiegato il padre Giosuè, un passato come operaio alla famosa Ilva di Taranto e oggi in attesa di pensionamento - Il problema è che non ci sono medici di base a disposizione e anche solo farsi prescrivere le tante medicine che Valentina è obbligata a prendere quotidianamente, ogni volta è un terno al lotto. Mia figlia poi soffre di insufficienza respiratoria cronica e ha bisogno di continua assistenza. Ne abbiamo passate di tutti i colori in questi anni, ora anche con la nostra famiglia divisa in attesa di questo trapianto che ci terrà lontano da casa ancora per molto. Dopo il trapianto, che ancora non si sa quando si potrà fare, dovremo infatti restare qui per almeno un altro anno. Chiedo quindi che ci venga assegnato un medico per renderci la vita un po’ più semplice. Ho provato a chiedere all’Ats, ma finora non ho ottenuto granché".

I ritardi per la pandemia

Già prima della pandemia, Valentina Cimenis era in attesa di un trapianto. Un intervento molto difficile, anche perché i polmoni rispetto ad altri organi sono difficili da reperire.

"Nel 2017 ci dissero che per restare in lista di attesa a Milano dovevamo avere il domicilio in Lombardia con un contratto di affitto di almeno tre anni - ha raccontato Giosuè Cimenis - Per tre anni abbiamo pagato 780 euro al mese di affitto, oltre alle utenze e alle spese condominiali, per un alloggio a Lodi in cui praticamente non abbiamo mai abitato. Soldi che la Regione Puglia avrebbe poi dovuto rimborsarci. Purtroppo è arrivata la pandemia e, ancor prima che si parlasse di Covid, i medici già sapevano che stava per succedere qualcosa e ci invitarono restare in stand-by. Ho quindi disdetto l’affitto, ma così facendo ho perso la possibilità di essere rimborsato. Poi ci sono stati i vari lockdown e i blocchi dovuti alla pandemia e i tempi si sono ulteriormente allungati".

Ciononostante, per ben due volte si è comunque accesa la fiammella della speranza per il tanto agognato trapianto.

"Un anno e mezzo fa tutto era pronto - ha riferito il padre - ma poche ore prima si scoprì che Valentina era stata in contatto nei giorni precedenti con un positivo al Covid e i medici non se la sono sentita di intervenire. Sei mesi fa, invece, eravamo già all’aeroporto di Bari pronti a partire per Milano, ma i medici ci hanno contattato per informarci che gli organi erano malmessi".

L'appello del padre: "Chiedo solo di poter avere un medico"

Ora, grazie alla Lifc, c’è l’opportunità di stare a Treviglio, in attesa di una chiamata che non arriva mai.

"Mi sono portato anche il camper così quando Valentina sarà in ospedale potrò parcheggiarmi lì vicino", ha rivelato papà Giosuè, che praticamente dedica tutta la sua esistenza alla figlia. E che chiede soltanto un medico per poter avere un pizzico di serenità in una vita che finora a messo a dura prova la sua famiglia.

"Siamo venuti a conoscenza della situazione di Valentina - ha commentato Erik Molteni, referente dello sportello di Medicina Democratica, interpellato sulla vicenda - Purtroppo l’ennesimo caso di disagi ai danni dei cittadini. Nella speranza che presto le venga assegnato un medico di base, posso suggerire di contattare una farmacia e prendere appuntamento per ottenere le ricette dei medicinali di cui hanno necessità".

Per quanto riguarda Ats Bergamo, invece, in una breve nota ha comunicato che "è stata presa in carico la situazione e ci adopereremo per trovare una soluzione".

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