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Sempre meno dipendenti per l'Inps di Bergamo: "A rischio la qualità dei servizi"

Il caro vita non rende appetibile ai giovani il territorio bergamasco

Sempre meno dipendenti per l'Inps di Bergamo: "A rischio la qualità dei servizi"
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L'Inps di Bergamo (e provincia) conta sempre meno dipendenti: un vero e proprio esodo che rischia di mettere in crisi la qualità dei servizi erogati ai cittadini. Nel corso del 2023, infatti, tra pensionamenti e richieste di trasferimento gli uffici della “Previdenza Sociale” si perderà qualcosa come una settantina di dipendenti, a fronte di un ingresso, ancora non sicura, di circa 40 vincitori dell’ultimo concorso.

Inps Bergamo rischia il collasso

“Con questi numeri, la situazione di Bergamo peggiora sensibilmente, e ancora di più rispetto al passato rischiamo di avere un’organizzazione non in grado di rispondere alle esigenze di aziende e cittadini di tutta la provincia, in un settore e per servizi altamente sensibili e importanti - ha commentato Francesco Corna, segretario generale Cisl Bergamo - Noi appoggeremo sempre le richieste dei lavoratori, sia dell’Inps che di altre realtà, di ricercare la propria miglior relazione tra vita, famiglia e lavoro, ma senza un intervento deciso Bergamo rischia il collasso”.

Secondo gli ultimi dati resi noti da Inps, oltre ai 17 pensionandi nell’anno, a Bergamo e provincia 52 domande di trasferimento sono state accolte (il numero maggiore di tutta la regione), e nessun altro dipendente ha chiesto di essere trasferito a Bergamo, mentre 38 sono i posti “nuovi” assegnati a seguito dell’ultimo concorso.

Colpa del caro vita

La situazione è esplosa negli ultimi tempi: Bergamo si è trovata tra le ultime provincie più attrattive per i vincitori di concorsi, così come altre città del Nord Italia: il primo problema è imputabile al carovita: spesa e affitti sono decisamente più alti che in altre zone della penisola, e così molti vincitori di concorso pubblico, mettono Bergamo tra le ultime sedi di destinazione.

“Non è neanche così sicuro che i 38 che aspettiamo accetteranno tutti l’incarico – sottolinea Giuseppe Garofalo, delegato Cisl Fp all’Inps – ed è un’incognita anche quanto sarà consistente la seconda tranche di ingressi, prevista per la seconda metà dell’anno. A fronte di questa condizione, rischiamo di avere una situazione tale che saremo in sofferenza per garantire tutti i servizi necessari all’utenza. Quello da poco concluso, è stato un concorso per laureati, quindi gente con età superiore e situazioni pregresse, con famiglia e casa nel luogo d’origine. Qui, il caro vita colpisce duramente chi è abituato a altri livelli di spesa, e tutto questo influisce sull’appetibilità del territorio”.

“I nostri giovani non fanno concorsi e non ritengono strutture come l’Inps tra le mete preferite per il loro futuro. Questo comporta che i vincitori dei concorsi siano in grande maggioranza provenienti da altre regioni. Chiediamo – continua il segretario generale Cisl Francesco Corna - che si affronti seriamente e velocemente il problema, aiutando le persone che vengono da fuori regione, soprattutto nei confronti dell’abitazione, sia nei confronti dei giovani, che potranno cogliere l’opportunità di costruire una famiglia in provincia, sia per chi si sposta temporaneamente”.

"Le istituzioni si facciano carico del problema"

L’appello trova d’accordo anche Garofalo.

“Tutta la parte responsabile della società si mobiliti per fare qualcosa, affinché l’istituto possa continuare a garantire servizi e avere personale sufficiente per farlo. Lo Smart working è stato un’ottima soluzione per conciliare vita e lavoro, ma molti servizi necessitano della presenza. Il depauperamento importante che ci troviamo a dover sostenere inciderà sia sulla qualità di vita del personale che sulla sua capacità di risposta alla cittadinanza”.

“Chiediamo che tutte le parti istituzionali e sociali del territorio si facciano carico del problema – conclude Corna -, altrimenti ci troveremo presto senza sportelli, soprattutto nelle sei agenzie in provincia, e la questione peggiorerà sempre più, con disfunzioni per aziende e per i lavoratori dipendenti, che vedranno le risposte dilatate nel tempo”.

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