Lavoro

Sanità privata, da 14 anni in attesa del rinnovo del contratto

I sindacati hanno proclamato uno sciopero generale del settore per il prossimo 18 giugno.

Sanità privata, da 14 anni in attesa del rinnovo del contratto
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Quattordici lunghi anni di attesa e ancora manca il rinnovo del Contratto nazionale: accade ai lavoratori della sanità privata di tutt’Italia, a Bergamo poco più di 2.900 persone alle dipendenze di Cliniche Gavazzeni, Habilita, Istituto Quarenghi, Clinica Castelli e Policlinici di Ponte San Pietro e di Zingonia, Gruppo Palazzolo, Nephrocare e Ferb.

Sanità privata, 14 anni di attese

“Quelli passati senza rinnovo contrattuale sono stati lunghi anni in cui, però, cliniche e istituti hanno messo da parte guadagni considerevoli, come abbiamo rilevato pochi mesi fa in un’analisi dei bilanci di molte realtà del nostro territorio provinciale - ha commentato Roberto Rossi, segretario generale della FP-CGIL di Bergamo - Eppure per le nostre controparti Aiop e Aris sembra non valere nulla il sacrosanto diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di vedere rinnovato il proprio contratto. Non è ammissibile rimandare ancora una volta la firma, facendo riferimento tra l’altro alla delicatezza del periodo dell’emergenza Covid-19. I lavoratori non si sono sottratti alle loro mansioni, malgrado i rischi corsi. Ora, le controparti non si sottraggano alla firma”.

Proclamato lo sciopero

Per questo FP-CGIL, CISL-FP e UIL-FPL hanno proclamato uno sciopero nazionale del settore per giovedì 18 giugno. Intanto, sia il ministro della Salute Roberto Speranza che il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, lunedì scorso in un confronto con i rappresentanti di Aiop e Aris, hanno sottolineato che il tema del rinnovo del contratto non può più essere procrastinato. Speranza e Bonaccini hanno chiesto alle parti di riprendere e concludere rapidamente la trattativa, invitando le associazioni datoriali a rimuovere le pregiudiziali relative alla clausola di salvaguardia regionale.

“L’ultimo incontro risale allo scorso 19 febbraio - prosegue Rossi - Era già stata raggiunta l’intesa rispetto all’allineamento delle retribuzioni a quelle della sanità pubblica ma il cambio di delegazione di parte datoriale ha rimesso in discussione un accordo che era praticamente definito, tranne che in alcuni aspetti politici. Le controparti datoriali hanno ribadito di volere una clausola compromissoria che subordini l’applicazione del nuovo contratto al raggiungimento di un’intesa a livello regionale. Si tratta di una condizione che riteniamo inaccettabile dal momento che il tavolo contrattuale non va subordinato ai rapporti tra datori di lavoro e Regioni in tema di remunerazioni delle prestazioni”.

Trattative rapide

I sindacati si sono detti pronti a riprendere da subito le trattative per arrivare nell’arco di poche ore alla sottoscrizione del Contratto nazionale a condizione che si confermino la parificazione dei tabellari e le platee a cui si applica il CCNL e che si dia uno strumento di maggiore tutela e valorizzazione professionale ai lavoratori.

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