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Romano, padre disperato si dà fuoco in auto: salvo grazie ai carabinieri

Lo stavano tenendo d'occhio da ore. Trasportato al Papa Giovanni XXIII, grazie all'Arma ha riportato solo ustioni non gravi.

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Protestava da settimane contro le istituzioni, colpevoli a sua detta di vietargli di fatto di vedere suo figlio, dopo la separazione dalla moglie. Per questo ieri sera, lunedì 21 febbraio, un giovane papà di 33 anni si è dato fuoco nella sua automobile in pieno centro a Romano di Lombardia. Se si è salvato, riportando solo poche ustioni, è stato grazie all'intervento dei carabinieri della stazione cittadina, che lo stavano tenendo d'occhio dopo aver ricevuto notizie preoccupanti sulle sue intenzioni di vendetta nei confronti del sistema dei Servizi sociali della Bassa.

La protesta per vedere il figlio in Sicilia

La protesta del giovane papà proseguiva almeno da prima di Natale. Dopo la separazione dalla moglie, l'uomo aveva infatti serie difficoltà nel vedere il figlio, a seguito del trasferimento della donna, con il piccolo, in Sicilia. La distanza, i rapporti conflittuali e le difficoltà economiche legate alle trasferte dalla Bassa avevano complicato ulteriormente una separazione difficile, che è presto degenerata. Il giovane padre aveva cominciato a più riprese uno sciopero della fame e della sete, organizzando dei presidi di protesta davanti alle sedi del Comune e dei Servizi sociali di Romano e dell'Ambito. Su una panchina blu, che spostava di volta in volta, aveva scritto nomi e cognomi dei dirigenti e dei funzionari che riteneva essere responsabili della sua situazione. Ieri, lunedì, la sua cieca disperazione è ulteriormente esplosa.

Monitorato provvidenzialmente dai carabinieri

L'uomo in questi giorni stava protestando davanti al Cps di Romano. A notarlo, anche i carabinieri della vicina caserma di via Pascoli. Più volte, già nei giorni scorsi, i militari dell'Arma avevano parlato con lui, cercando di convincerlo a fermare la protesta e a venire a più miti consigli. Lui, tuttavia, infuriato con il mondo, non ha desistito. Non solo: ai carabinieri nelle ore seguenti sono arrivate notizie del fatto che il 33enne stesse pianificando di compiere un gesto inconsulto nei confronti di una o più delle tante persone che riteneva responsabili della sua condizione. Così, ieri pomeriggio una pattuglia dell'Arma gli si è messa alle costole. E questa decisione è stata provvidenziale.

Si dà fuoco in automobile

Dopo una breve ricerca, i carabinieri hanno intercettato il 33enne in auto, e hanno cominciato a seguirlo. L'uomo, al volante della sua utilitaria, si trovava tra via Balilla e via Corridoni. La sua reazione, imprevedibile, fa capire quanto i militari ci avessero visto giusto nel decidere di intervenire. Quando si è accorto che la pattuglia voleva fermarlo, e che non avrebbe potuto portare a termine il suo piano, il giovane padre ha infatti fermato il proprio veicolo in mezzo alla strada e vi si è barricato dentro. Poi si è cosparso il corpo con della benzina, contenuta in una bottiglietta che aveva con sé, e restando seduto al posto di guida, si è dato fuoco.

Salvato in extremis dai carabinieri

Le fiamme, in pochi secondi, sono divampate violentemente e hanno avvolto il veicolo. I carabinieri, che lo seguivano a breve distanza, sono però intervenuti immediatamente e sono riusciti prima a rompere il vetro dell'automobile e poi a soccorrerlo, spegnendo le fiamme che avevano già investito i vestiti del 33enne. Un intervento lampo che ha salvato più di una vita: quella dell'uomo e forse anche quella delle vittime designate dei suoi propositi di "vendetta".
Sul posto si sono precipitati quindi anche i Vigili del fuoco di Romano e la Polizia locale, in supporto all'Arma. Il 33enne è stato trasportato in codice verde al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Le sue condizioni non sono gravi.

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In alto: il frame da un video dell'intervento dei carabinieri, ripreso da un passante, che sta circolando su Instagram

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