Si è conclusa in modo drammatico la singolare vicenda che aveva tenuto col fiato sospeso gli abitanti della Bassa Bergamasca: dopo mesi di ricerche e avvistamenti, la vitella scappata a luglio è stata ritrovata, ma ferita, è stata uccisa.
La fuga del 29 luglio: quando tutto ebbe inizio
Era il 29 luglio scorso quando una giovane vitella riuscì a sfuggire da un’azienda agricola di Pumenengo. Da quel momento, l’animale è diventato una sorta di leggenda locale: numerosi avvistamenti si sono susseguiti nelle settimane successive, soprattutto nelle campagne e nelle zone boscose del Parco Oglio Nord. Nonostante le continue segnalazioni, ogni tentativo di cattura si era rivelato vano. La vitella, spaventata e diffidente, riusciva sempre a dileguarsi, lasciando dietro di sé solo impronte e curiosità. Nel frattempo, gli abitanti del paese avevano iniziato a considerarla una “presenza familiare”, simbolo involontario di resistenza e libertà.
L’incidente sulla SP106: il ritorno alla realtà
La mattina di sabato 25 ottobre la vicenda ha però preso una piega improvvisa e drammatica. Nelle prime ore del giorno, lungo la strada provinciale SP106, la vitella è stata coinvolta in un incidente stradale. Fortunatamente, l’impatto non ha causato gravi ferite alle persone coinvolte, ma ha acceso immediatamente l’allarme sulla pericolosità della situazione. La presenza di un bovino di grandi dimensioni, spaventato e ferito, rappresentava un rischio concreto per automobilisti e residenti. Nel giro di pochi minuti è scattata un’operazione interforze: sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Calcio e di Martinengo, la Polizia Provinciale, gli operatori del Parco Oglio Nord e i tecnici dell’ATS di Trescore Balneario, coordinati dal sindaco di Pumenengo Mauro Barelli.
L’epilogo e la riflessione
Individuata l’area in cui l’animale si era rifugiato dopo l’impatto, le autorità hanno valutato la situazione come estremamente rischiosa. La vitella, ferita e impaurita, non permetteva un avvicinamento in sicurezza e ogni tentativo di sedazione avrebbe richiesto tempi lunghi e margini di incertezza. Dopo una valutazione congiunta, è stata quindi presa la decisione, dolorosa ma ritenuta inevitabile, di procedere all’abbattimento dell’animale. Una misura estrema, dettata dalla necessità di tutelare l’incolumità pubblica e prevenire ulteriori incidenti. Con l’intervento di sabato si è chiusa così una storia che aveva appassionato e preoccupato l’intera comunità. Resta il rammarico per l’epilogo, ma anche la consapevolezza di come solo la collaborazione tra enti, istituzioni, forze dell’ordine e autorità sanitarie, possa garantire una gestione efficace delle emergenze, anche quando hanno per protagonista una “fuggiasca” dal cuore selvatico.