Riforma sanitaria lombarda parla il presidente dell'ordine di Bergamo
I dubbi dei dottori di medicina generale sul clima di incertezza che si creerà per il paziente cronico. Ospite a Cividate al Piano il presidente dell'ordine dei medici Emilio Pozzi, in un'assemblea organizzata dall'associazione Dottor Eugenio Suardi
Riforma sanitaria lombarda. Cosa cambia per i malati cronici. Se ne è parlato nell’assemblea organizzata dall’associazione «Dottor Eugenio Suardi» a Cividate al Piano.
Riforma sanitaria lombarda. A breve una lettera
La serata è stata organizzata per informare i cittadini di cosa accadrà presto nelle famiglie dei malati cronici. Arriverà una lettera dalla Regione Lombardia in cui si chiede al malato di fare una scelta. Aderire alla riforma e scegliere il proprio gestore di cura o non aderire e continuare come si è sempre fatto.
Il gestore
«Il gestore (con cui il cittadino sigla il patto) è il soggetto della presa in carico del paziente che ha la responsabilità di coordinare e facilitare le diverse fasi del percorso di cura – ha detto il medico di base Giovanni Sigona – Tale soggetto dovrà essere accreditato e a contratto con il sistema sanitario nazionale». I gestori sono ritenuti idonei dall’Ats, oppure essere aggregazioni di medici di base. Ma il problema è: il sistema sanitario riuscirà a erogare prestazioni in tempi adeguati alle richieste del gestore?
Scettico il presidente dei medici di Bergamo
«La Regione cerca di accalappiarsi pazienti affinchè aderiscano alla riforma – ha detto il presidente dell’ordine dei medici di Bergamo Emilio Pozzi – Illude i malati dicendo che in questo modo loro avranno la priorità. Ma è tutto falso. Non fidatevi. È un meccanismo messo in piedi senza garanzia di successo. Le strutture non sono ancora preparate per queste leggi e di sicuro ci saranno disservizi. Quale struttura erogatrice sarà mai in grado di reggere le richieste dei gestori? Inoltre nessuno ne parla, nessuno è informato di quanto accadrà. È una riforma calata dall’alto e mai discussa coi medici».
Il patto toglie libertà al paziente
Il cittadino dovrà firmare il Pai, il patto di cura con il gestore. Esso è vincolante per il paziente cioè «Il paziente non sarà più libero di decidere dove curarsi – ha detto il dottor Sigona – Certo, tra un medico di base e l’ospedale di Bergamo, chiunque preferirebbe un ospedale dove ha tutto». «Al medico di base verranno tolte le patologie più importanti e verrà meno il legame di fiducia col paziente – ha detto il dottr Pozzi – che è la base della medicina».
Un call center ci controllerà
«Il paziente viene messo su un binario preciso con le sue stazioni, i suoi esami – continua il dottre - Nel frattempo c’è un ente che sovrintende tutto questo. C’è un nuovo call center che ti chiama per chiederti se hai fatto gli esami, se prendi le pastiglie giuste. Al centro ci sarà la patologia, non più la persona». «La spesa per questo call center è di 100milioni – ha detto il dottor Sigona – secondo qualcuno il bando potrebbe essere internazionale vista la cifra in gioco. Pensate quindi con che persone discuterete della vostra salute».
L'Asl come tribunale
Altri cambiamenti in vista per l’Asl. «L’Asl diventerà il controllore del Pai – ha detto il dottr Pozzi – avrà il compito di controllare se il patto è corretto, di gestirlo, intervenire nei disagi, nelle liti. Ma la struttura non ha il personale adatto per poterlo fare».
Al centro la patologia non la persona
Tra gli obiettivi della riforma c’è la valutazione dei risultati. «Ma in Italia mai nessuno ha fatto una valutazione di questo genere – ha detto il dottor Pozzi – ci vorrebbe una scuola. E poi questa legge sarà una sperimentazione sulla pelle del paziente. Si procede con assoluta indifferenza verso quella che è la qualità della vita. A partire proprio dalla compilazione del piano delle malattie croniche redatto in cinque anni dalla Bocconi. 65 malattie. Ma siamo sicuri siano croniche? Come sono percepite dal paziente? Ancora una volta al centro c’è la patologia e non la persona».
"Non fidatevi"
«Vi consiglio di seguire quello che vi dice il medico di base – ha concluso il dottor Pozzi – Non fidatevi dei numeri della Regione che sono tutti sbagliati. Il clima è di incertezza e confusione. Non sappiamo cosa sarà». E se a dirlo è il presidente dei medici...