Riciclaggio internazionale, maxi sequestro da 4,5 milioni di euro tra Bergamo e Brescia
I soldi venivano ripuliti trasferendoli su un conto corrente aperto in un istituto di credito alle Bahamas.
Associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, bancarotta fraudolenta e reati di natura fiscale. Sono le accuse che hanno portato alla condanna definitiva di un cittadino italiano che, insieme alla moglie, era finito al centro dell'operazione "Underground" del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano scattata al termine di una complessa attività di polizia economico-finanziaria di respiro internazionale.
Maxi sequestro in provincia di Bergamo
Questa mattina, 24 novembre 2022, i finanzieri del Comando Provinciale di Milano, nell’ambito di un’attività dell'operazione "Off Shore" coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, stanno dando esecuzione a un sequestro preventivo pari a 4,5 milioni di euro e che consiste in 13 fabbricati e 27 terreni ubicati nelle province di Bergamo e Brescia. In provincia di Bergamo, gli immobili sottoposti a sequestro si trovano a Bolgare, Casazza, Zanica e Telgate, più un grande ristorante-albergo a Trescore Balneario. In provincia di Brescia, a Paratico.
Gran parte sono di proprietà di una società di capitali riconducibile al destinatario del provvedimento – nonché del capitale sociale e del patrimonio di una società proprietaria di un’azienda operante nel settore della ristorazione ed organizzazione eventi, concessa in affitto a terzi, non coinvolti.
Il conto corrente alle Bahamas
L'uomo, insieme alla coniuge, è stato condannato, in via definitiva anche per fatti di riciclaggio, poiché, a seguito di rogatoria internazionale, sono state confiscate somme di denaro per 1,4 milioni di euro, provenienti dalle attività illecite, ripulite mediante trasferimento su un conto corrente aperto in un istituto di credito alle Bahamas, intestato a una società di diritto panamense ed alimentato da flussi finanziari provenienti da rapporti bancari svizzeri.
Le indagini hanno consentito di rilevare una sproporzione tra i redditi dichiarati dal soggetto indagato e gli investimenti effettuati nell’arco temporale di manifestazione della pericolosità. Nello specifico è stato documentato come quest’ultimo, utilizzando provviste finanziarie di provenienza illecita, abbia conseguito la titolarità di un cospicuo patrimonio immobiliare, sia per il tramite di una società intestata al coniuge che attraverso un’altra società detenuta, in maggior parte, da un soggetto giuridico di diritto estero, con sede negli Emirati Arabi Uniti.
I beni sequestrati verranno affidati all’amministratore giudiziario, nominato dalla Sezione Distrettuale Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano. Il procedimento di prevenzione è ancora nella fase antecedente alla prima udienza di discussione fissata dal Tribunale e gli effetti del sequestro preventivo di questa mattina potranno considerarsi definitivi solo in caso intervenga confisca irrevocabile.