Richiedenti asilo ospitate da privati, il sindaco dichiara guerra

Pochi giorni prima di Natale il sindaco ha ricevuto un avviso dal prefetto e ha scritto una nota al fulmicotone contro la cooperativa ospitante.

Richiedenti asilo ospitate da privati, il sindaco dichiara guerra
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Richiedenti asilo ospitate a Palosco da privati mentre il sindaco Mario Mazza dichiara guerra alle coop.

Richiedenti asilo ospitate da sabato 17 dicembre

Una chiamata dal prefetto per avvisare che, dopo poche ore, sarebbero arrivate cinque donne richiedenti asilo in paese. Questo il messaggio che il sindaco Mario Mazza ha ricevuto il 15 dicembre dal prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacchi. «Nella breve e concisa telefonata il prefetto ha semplicemente chiarito che alcune extracomunitarie richiedenti asilo sarebbero state accolte in un appartamento di proprietà privata. Il locale sarebbe stato gestito dalla cooperativa “Pugno aperto” di Treviolo – ha scritto il sindaco in una comunicazione data ai paloschesi poco prima di Natale – Puntualmente sabato 17 – le cinque donne africane (ndr) – sono arrivate».

Già presente comunità di minori non accompagnati

Ad aprile scorso il sindaco aveva già espresso tutto il suo disappunto per l’arrivo a Palosco di minori non accompagnati, accolti dalla cooperativa «Nazareth» nell’istituto Palazzolo. «Non è beneficenza, è business». Di fatto però la comunità sorge in una proprietà privata, per cui il Comune non ha possibilità di decisioni sull’apertura né può determinare il contributo alla cooperativa. Di questa realtà, nei passati incontri con i sindaci «il prefetto non era a conoscenza trattandosi di casi sociali non gestiti dalla prefettura».

L'ambito aveva già negato l'invito del prefetto

Le richieste ai sindaci di accogliere migranti erano già partite nell’arco dell’anno da parte della prefettura. «Nell’ultimo anno il prefetto ha convocato diverse volte i sindaci dell’ambito per trovare un accordo con gli stessi perché condividessero la richiesta di aderire allo Sprar – ha scritto il sindaco – In tutti gli incontri i sindaci hanno all’unanimità respinto di necessità “l’invito”. E' stato rimarcata l’elevata percentuale di stranieri extracomunitari già presenti sui rispettivi territori».

La richiesta ai privati

Durante l’estate il prefetto ha quindi rivolto l’invito all’accoglienza ai privati cittadini e qualcosa si è mosso. A Palosco ha aderito una società (non del paese) che ha affittato alla cooperativa «Pugno aperto» dei locali. «Nel mese di settembre il responsabile di detta cooperativa ha voluto un incontro con l’Amministrazione per spiegare il progetto e chiedere una sorta di collaborazione» ha scritto il sindaco. Di fatto il primo cittadino ha chiuso le porte alla coop.

"Una politica miope"

Chiaro e puntuale è quindi arrivato il messaggio alla cittadinanza contro «questa politica di un’accoglienza indiscriminata che giudico miope, ritenendo che sia doveroso dare tempestiva risposta solo all’emergenza di chi realmente ha diritto d’asilo per motivi di guerra – si legge nel comunicato- mentre i migranti per mera ragione economica dovrebbero essere gestiti garantendone l’accesso solo previi flussi determinati in funzione dell’esigenza del paese».

"I soldi per i migranti ci sono sempre"

«Il risultato di questa miopia è un disagio sociale che è palpabile – scrive ancora il sindaco – inducendomi a chiedere se sia stata pensata una visione lungimirante su questi stranieri – dal punto di vista economico, invece– Province e Regioni hanno subito tagli consistenti mentre “l’emergenza migranti” ha sempre avuto a disposizione risorse».

Guerra alle coop

Guerra al business delle coop. «Alcune cooperative, di qualsiasi colore politico fanno, infatti, fatturati a sette cifre, sicché mi sorge spontaneo chiedermi se una politica siffatta non sia voluta da parte di chi ci governa – e, conclude il sindaco – quando i soldi per l’emergenza d’accoglienza finiranno, lo spirito di solidarietà e di carità delle cooperative proseguirà affidandosi alla provvidenza divina oppure esse metteranno tutti i migranti sulla strada?».

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