Ramadan in palestra, il sindaco multa gli organizzatori
La Preghiera di chiusura del Ramadan celebrata domenica 25 giugno scorsa nella palestra comunale Bottazzoli è a rischio sanzione.
Ramadan in palestra, il sindaco multa gli organizzatori
Ramadan in palestra, il sindaco multa gli organizzatori. La Preghiera di chiusura del Ramadan celebrata domenica 25 giugno scorsa nella palestra comunale Bottazzoli è a rischio sanzione. Dopo le polemiche scatenatesi sui social in seguito alla concessione della struttura comunale da parte del sindaco, un controllo della polizia locale ha verbalizzato delle infrazioni commesse dagli organizzatori, l'associazione Pace, e dato via la procedimento di accertamento che prevede una sanzione amministrativa che va da un minimo di 258 a un massimo di 1550 euro
I controlli durante la preghiera
Un controllo della Polizia locale ha evidenziato un'infrazione ai requisiti imposti dalla concessione agli organizzatori dell'evento, l'associazione Pace. Gli agenti della locale infatti hanno rilevato che durante la preghiera i partecipanti hanno superato il numero di occupanti previsti nella struttura, che ha la capacità massima fissata a duecento persone. “Una pattuglia ha piantonato l'evento per mantenere la sicurezza pubblica – ha detto Arcangelo di Nardo, comandante della Polizia locale di Romano – ma l'afflusso di perone all'interno della palestra ha da subito insospettito gli agenti che hanno verificato il superamento del massimo consentito.
Il disappunto del sindaco
Un fatto che subito dopo l'evento è stato portato all'attenzione del sindaco Sebastian Nicoli che ha inviato una lettera agli organizzatori.
“Non hanno rispettato i vincoli dell'autorizzazione ed ora verranno sanzionati.In data 29 giugno, dopo tre giorni dall'evento, ho comunicato agli organizzatori il mio disappunto – ha detto – nell'autorizzazione erano scritti i requisiti necessari allo svolgimento per la sicurezza pubblica, questi sono stati disattesi e ora non resta che procedere. Non è una questione politica o altro, io rivendico la decisione di aver permesso di pregare nella palestra, la libertà di culto è concessa, ma i vincoli contemplati dall’autorizzazione dovevano essere rispettati. E’ venuta meno la fiducia concessa e ora come istituzione non possiamo che intervenire”.