Spino

Quasi mille firme contro il forno crematorio

La petizione lanciata dall'ambientalista Claudio Bordogna riscuote successo

Quasi mille firme contro il forno crematorio
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Più di 400 firme in una sola sera e un migliaio in totale per dire no al "tempio crematorio" che potrebbe sorgere a Spino d’Adda.

Petizione contro al forno

A lanciare la petizione, l’ambientalista Claudio Bordogna che ha firmato, congiuntamente alla guardia ecologica volontaria Roberto Musumeci l’ennesima lettera sui rischi correlati alle emissioni del forno.

"Rivendichiamo la nostra posizione a-partitica e sottolineiamo di non essere contrari di principio ai forni crematori, ma fortemente contrari a un crematorio che sorgerebbe troppo vicino al centro abitato – hanno spiegato – Non è stata valutata la qualità dell’aria a Spino; non è stato calcolato l’effetto cumulo delle emissioni inquinanti prodotte dalle aziende RIR (Rischio Incidentale Rilevante) e non presenti nelle vicinanze di Spino; non è stato eseguito uno studio sulla presenza e sulla direzione dei venti; non sono state valutate soluzioni alternative; non esiste una pianificazione regionale razionale dei crematori: già esiste un crematorio a Riolo(meno di sette chilometri in linea d’area), uno a Lambrate (circa 21 km), uno a Cinisello (circa 27km), uno a Bergamo (circa 36 km). Lo studio epidemiologico eseguito dalla ATS Valpadana evidenzia che Spino supera la media permorti e malattie in 17 casi su 30: per quali ragioni? I cittadini non sono stati avvertiti né consultati e le promesse tardive per una eventuale consultazione referendaria dell’Amministrazione Comunale non sono sufficienti e non ci convincono".

Dati allarmanti

I dati offerti dagli ambientalisti sono tristi e al tempo stesso interessanti. I risultati delle ricerche a Spino indicano un maggiore tasso di incidenza di tumori, patologie psichiatriche, ospedalizzazione e mortalità rispetto al distretto di Crema. Sono dati che da soli non possono spiegare quali siano le cause alla base di questa differenza, ma che per gli ambientalisti rappresentano un valido motivo per non criticizzare la salubrità dell’aria, che in Pianura padana già non è ottimale. Fra gli indicatori che superano la media, ci sono proprio le patologie all’apparato respiratorio.Per gli ambientalisti va anche tenuto in considerazione il fatto che a pochi chilometri da Spino D’Adda esiste già un forno crematorio. Quest’ultimo si trova a Lodi e il timore principale è che in caso di realizzazione di un forno anche a Spino, si assista a un effetto cumulativo delle emissioni nocive.

La guerra degli spinesi al forno

La guerra contro il forno crematorio continua su tutti i fronti, dall’etere ai balconi. Sono sempre di più gli striscioni appesi dagli abitanti per manifestare il proprio dissenso. Alcuni di questi si sono attivati per raccogliere le firme contro il forno, anche in maniera analogica, ossia con modulo cartaceo. I promotori informano che chiunque fosse interessato, può mandare una mail a noalfornocrematorioaspino@gmail.com per ricevere il testo della petizione e il format dei fogli di raccolta firme. Le firme raccolte digitalmente andranno a sommarsi a quelle cartacee per essere consegnate in blocco all’Amministrazione nel giro di qualche giorno.La speranza è quella di ribaltare l’esito del Consiglio comunale del 19 dicembre, in seguito al quale, in qualità di Comune capofila, Spino ha presentato la propria candidatura in Regione Lombardia per costruire il forno. Sebbene l’edificazione sia subordinata prima al nulla osta regionale e poi al referendum, per i promotori della petizione non c’è stato alcun coinvolgimento della cittadinanza, rimasta all’oscuro del progetto fino alla fine.

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