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Quando Letizia Battaglia venne a Caravaggio: "Vorrei conquistare la Lega"

La battagliera fotografa è mancata ieri, mercoledì 13 aprile 2022, a Cefalù.

Quando Letizia Battaglia venne a Caravaggio: "Vorrei conquistare la Lega"
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Era il novembre 2014. Caravaggio, libreria "Il Campanile". Sul palco, ospite dell'associazione "Amici di Libera" la fotoreporter Letizia Battaglia parlò di mafia e di meridione, di pregiudizi nordisti e di lotta. La battagliera fotografa è mancata ieri, mercoledì 13 aprile 2022, a Cefalù. Ripubblichiamo oggi l'articolo che scrivemmo in occasione della sua visita: "Al sud ci sono anche persone per bene che si sentono umiliate dalla mafia".

Letizia Battaglia, una vita in prima linea

Reporter del quotidiano palermitano l'"Ora" tra la fine degli anni Settanta e gli anni Novanta, pluripremiata, e per un periodo anche assessore alla Vivibilità al Comune di Palermo nell'Amministrazione di Leoluca Orlando, Battaglia è stata una voce importante del movimento antimafia, ma anche del femminismo italiano, oltre ovviamente che del fotogiornalismo. Tra le sue foto simbolo c'è quella diventata iconica, che ritrae l'omicidio di Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato.

"A Caravaggio vorrei conquistare la Lega"

"A Caravaggio vorrei conquistare la Lega e dire che non siamo tutti pezzi di merda lì sotto, è vero che la corruzione ci domina e che va tutto male ma ci sono anche persone per bene - raccontava - molti siciliani soffrono e sono umiliati per il fatto di essere dominati da prassi, pensiero e violenza mafiosa. Siamo considerati tutti mafiosi specialmente al nord, dove abbiamo creato problemi esportando la mafia: ma qui è stata accolta. Le cose vanno tristemente male non solo in Sicilia, vorrei che ci perdonassimo, abbracciassimo, riconciliassimo e non ci sentissimo separati Nord-Sud. Ma la realtà è questa".

Donna, madre, assessore e fotografa

Durante la serata la Battaglia ha raccontato della sua vita di donna, madre e nonna, della sua febbrile attività di fotografa e di assessore.

"Quello che mi tortura è sapere che non ce la faremo da soli a liberarci dalla mafia, non vedrò il cambiamento - concluse - In Europa ancora non ci si muove molto e la politica dà un grande appoggio. La fotografia può essere un messaggio importante, ma oggi viene un po' malmenata: ci sono talenti che vanno sostenuti da persone competenti e dalle Istituzioni".

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