Profugo pizzicato con la bicicletta rubata: "E' mia". Ma il sellino rotto lo incastra - TreviglioTV
Un richiedente asilo di trent'anni è stato denunciato per il furto di una bicicletta in viale del Partigiano. A tradirlo, il pezzo mancante del sellino rotto.
Continua "Ciclica", l'operazione della Polizia di Stato di Treviglio che ormai da mesi cerca di arginare i continui furti di biciclette che si registrano soprattutto nelle stazioni ferroviarie cittadine. Oggi, gli agenti hanno controllato in particolare una bicicletta "sospetta", parcheggiata regolarmente in viale del Partigiano, di fronte al teatro dei Filodrammatici. Simile, molto simile anzi, a quella rubata recentemente a un trevigliese. I poliziotti si sono appostati e hanno aspettato che chi la stava utilizzando venisse a riprenderla. Hanno così fermato un senegalese 30enne, richiedente asilo ospite di una coop, che ha subito affermato di averla acquistata per 25 euro da un coetaneo connazionale, anche lui richiedente asilo.
"Spesso è difficile dimostrare la provenienza illecita delle biciclette rubate, in quanto solitamente sono uguali ad altre centinaia - spiega il Vicequestore aggiunto Angelo Lino Murtas - Fortunatamente però nel caso in specie non vi era nessun dubbio sulla provenienza furtiva della bicicletta in quanto il proprietario è riuscito a fornire alla Polizia il pezzo rotto mancante del sellino, che custodiva a casa sua e che combaciava perfettamente con quello del veicolo sequestrato, dimostrando che era proprio la sua".
Dopo gli accertamenti di rito la bicicletta è stata quindi sequestrata e restituita al legittimo proprietario mentre l’utilizzatore è stato denunciato per ricettazione. L'altro profugo senegalese, che gliela aveva venduta, dovrà invece rispondere di furto.
Passo dopo passo, intanto, lo stillicidio di biciclette sparite sta cominciando a registrare qualche battuta d'arresto: sono infatti già un centinaio le biciclette recuperate e 13 le persone denunciate in operazioni che fanno parte di "Ciclica". Ma c'è un modo per difendersi. Prima di tutto, informarsi sulle "targhe" per biciclette. E poi, in caso di furto, essere il più precisi possibili nella descrizione del mezzo, così da rendere più semplice la restituzione in caso di ritrovamento.
"Come noto al momento ancora non vi è l’obbligo di punzonare il numero di matricola sul telaio delle biciclette e la tenuta di un registro delle immatricolazioni - spiega ancora Murtas - la cosa viene fatta solo da alcune rare ditte private che talvolta inseriscono anche un “chip” elettronico nel telaio; motivo per cui nelle indagini si crea spesso il problema di individuare le vittime a cui poter restituire le biciclette; complice anche le denunce fatte in modo generico senza indicare la marca, il modello, colore od altri dettagli specifici. Per questo al Commissariato di Treviglio ancora sono depositate alcune biciclette che non hanno ritrovato il legittimo proprietario".
Nella foto, gli agenti di Treviglio con alcuni mezzi rubati e recuperati con l'operazione "Ciclica"