Professore aggredito, il Garante regionale: "Dobbiamo ridare senso al ruolo di scuola e famiglia"
A proporre la riflessione dopo i fatti accaduti a Inzago è il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza Riccardo Bettiga

"Non è forse arrivato il momento di ridefinire un senso nuovo ai ruoli e ai pilastri della famiglia, della scuola e della società?". A proporre la riflessione, dopo l'aggressione subita dal professor Sergio Orlandi, per mano di un suo studente 14enne che era stato ripreso in classe, è il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza Riccardo Bettiga (nella foto) che nei prossimi giorni farà visita alla scuola secondaria di primo grado “J.&R.Kennedy” di Inzago per esprimere personalmente la vicinanza dell'istituzione regionale.
Professore aggredito da uno studente
"Si legge ovunque che a causare l’aggressione sarebbe stato semplicemente un rimprovero dato dall’insegnante al ragazzo e che sarebbe stato un mero atto di vendetta rispetto a quanto sopra. Ma possiamo ridurre e semplificare a tal punto la nostra lettura della realtà?" si chiede il Garante.
L'episodio, avvenuto nella notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo nella piazza Maggiore di Inzago, apre a diverse riflessioni sul ruolo della scuola e della famiglia nell'educazione dei giovani.
"L’istituzione scolastica che dovrebbe essere delegata a formare e crescere gli adulti di domani è sempre più spesso oggetto di sfiducia, di svalutazione, di giudizio incompetente - ha proseguito Bettiga - sempre più oggetto di indebita intrusione nella propria funzione da parte di genitori che delegano ad essa il mero compito di trasferire conoscenze e che non ne accettano il ruolo educativo nel profondo. Sempre più docenti sono oggetto di discredito e di vere e proprie aggressioni. Siamo sicuri che questa idea diffusa non centri nulla coi fatti di Inzago? - ha sottolineato il Garante - La scuola è oggi il luogo di un conflitto strutturale tra il sistema delle regole e adolescenti disabituati a qualunque forma di frustrazione".
Quei "no" che facevano crescere
I fatti di cronaca, ma già solo la quotidianità delle nostre città, ci mostra generazioni sempre meno abituate ai "no", alla gestione di un confronto, schiavi di una frustrazione che troppo spesso sfocia in contesti di illegalità.
"Portati ad abdicare spesso a tale fatica dentro il contesto familiare, i genitori portano i docenti a rappresentare loro, spesso per primi, l’esigenza di fare i conti con il no, con la frustrazione, con le regola, con la punizione, in un’epoca in cui questo compito è ormai sempre più totalmente delegato e delegittimato".
"Ridiamo un senso al ruolo scuola a famiglia"
"Ed ecco che aumentano così ovunque, in particolare tra i più giovani, i reati violenti, le aggressioni e gli atti di prevaricazione, e regna sempre più il mancato controllo degli impulsi dentro le famiglie, nella scuola e nelle piazze. Se apparentemente c’è sempre meno “senso” in questi fatti, senso per come noi lo intendiamo, considerando che aumentano sempre di più, non è forse giunto il momento - ha concluso il Garante Bettiga - di riflettere e di unire le forze per trovare tutti insieme un senso nuovo ai ruoli e ai pilastri della famiglia, della scuola e della società?".