L'intervento

Piloni: "Nessuna punizione: Lombardia in zona rossa perché lo dicono i numeri"

"Ritengo importante prevedere differenziazioni territoriali". Ma nel cremonese sono ancora alti i contagi.

Piloni: "Nessuna punizione: Lombardia in zona rossa perché lo dicono i numeri"
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“La Lombardia sarà zona rossa non per qualche ‘punizione’, ma perché lo dicono i numeri. Perché la medicina di territorio è stata fortemente indebolita. Perché la campagna antinfluenzale è stata un fallimento. Perché le attività di tracciamento si sono allentate. Perché sul trasporto pubblico non si è investito come si sarebbe dovuto e potuto”.

Così  il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni commenta la decisione del governo di riportare la Lombardia in zona rossa e le relative polemiche, dopo le dichiarazioni del presidente Attilio Fontana che stamattina ha parlato di una "punizione" nei confronti della nostra Regione da parte di Roma.

Ma piuttosto, sì alle differenziazione territoriali (ma non per Cremona)

Secondo Piloni è importante prevedere le differenziazioni territoriali all'intero della Regione. Una soluzione, caldeggiata anche dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori e dal presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli, che potrebbero "salvare" la Bergamasca dalla zona rossa. Piloni non si spinge però a chiedere "distinguo" per la sua provincia, stante che Cremona mantiene al momento un'incidenza di contagi ancora piuttosto elevata.
“Nel frattempo, ritengo importante prevedere differenziazioni territoriali. La provincia di Cremona registra circa 120 contagi a settimana ogni 100mila abitanti. Un numero da non sottovalutare che non consente di abbassare la guardia. Ma certamente numeri e una situazione ben diverse da quelli di Varese, Como o Mantova. A partire dalla scuole, è importante aprire una riflessione seria su queste differenze territoriali, almeno su determinate attività” conclude Piloni

Più tamponi e test rapidi nelle scuole

Le regioni hanno competenza sulla sanità e sul trasporto pubblico. Bisogna aumentare il numero di tamponi giornalieri, fare i test rapidi nelle scuole, organizzare bene le vaccinazioni anti-covid. E ognuno di noi deve rispettare le regole che ormai conosciamo: mascherina, distanziamento e pulizia delle mani – prosegue il consigliere dem -. Solo così fermiamo il virus. Solo così possiamo far ripartire in sicurezza anche le attività commerciali”.
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