Si erano conosciuti sui social, solo qualche scambio di messaggi senza mai incontrarsi di persona, ma tanto è bastato per far piombare una 55enne bergamasca in un incubo. Messaggi, chiamate, minacce che ha spinto la donna – residente in provincia – a sporgere denuncia ai carabinieri di Curno.
Dai social all’incubo
E’ iniziato tutto lo scorso agosto dopo uno scambio di messaggi su una piattaforma social tra una 55enne bergamasca e un 56enne di Messina. Da quel momento l’uomo ha messo in atto dei veri e propri comportamenti persecutori: numerose ed insistenti chiamate, messaggi e video anche artefatti mediante l’uso di intelligenza artificiale, a tutte le ore del giorno e della notte, dal tono minaccioso, a seguito dei quali la donna, temendo per la propria incolumità, si è convinta a riportare tutto ai militari e ad adire alle vie legali.
Denunciato, ha continuato a perseguitarla
A seguito della prima denuncia, è scattata subito la misura di prevenzione personale dell’ammonimento a carico del 56enne messinese, il quale nonostante l’avvertimento, ha comunque ripreso a perseguitare la donna, che si è vista costretta a tornare nuovamente in caserma a Curno per riportare gli ulteriori comportamenti dell’uomo. Era il 24 novembre.
Evade dai domiciliari
Il giorno seguente, proprio il 25 novembre – quando ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – , su richiesta della Procura della Repubblica, il gip del Tribunale di Bergamo ha disposto la misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo, applicata dai carabinieri della Compagnia di Messina Centro che hanno immediatamente predisposto un servizio di vigilanza orientato a monitorare i suoi eventuali spostamenti.
Attivato il “codice rosso”
L’indomani, infatti, l’uomo è stato sorpreso mentre si allontanava dalla propria abitazione ed è stato arrestato per evasione. L’evento, subito segnalato alla Procura bergamasca, ha portato quest’ultima a chiedere un aggravamento della prima misura, ottenuto nel pomeriggio del 29 e
subito eseguito dai carabinieri che lo hanno arrestato e accompagnato in carcere. Il 56enne dovrà rispondere quindi del reato di atti persecutori, a seguito del quale è stato attivato il protocollo “codice rosso” da parte della Procura orobica.