Il parroco sfida la Cassazione e firma per la libertà dei ragazzi
Il sacerdote ha aderito a una petizione sul sito «Change.org» destinata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "La soluzione non è imporre un obbligo tra genitori e insegnanti, ma la fiducia nella comunità" ha spiegato don Tribbia.
Il parroco di Spirano don Mauro Tribbia prende posizione contro la recente sentenza emessa dalla Cassazione sul riaffidamento dei minori al termine delle lezioni. E lo fa aderendo ad una petizione nazionale destinata al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni.
La dichiarazione
Il sacerdote bergamasco infatti si è allineato con il pensiero espresso già da gran parte dei dirigenti scolastici del territorio, che vedono in questa sentenza una minaccia per l’educazione all'autonomia e alla responsabilità da parte dei ragazzi. «Sono un insegnante che crede nell'autonomia dei nostri ragazzi e chiede che possano andare e venire da scuola in sicurezza, anche se non accompagnati, perché vi è attorno ad essi una comunità che se ne prende cura invece di un pezzo di carta che suddivide equamente le colpe – ha spiegato don Tribbia – I genitori dovrebbero essere liberi di poter decidere che i figli possano tornare a casa da soli e dovrebbero poter essere rassicurati non dall’obbligo imposto da una Legge sbagliata, ma dalla fiducia riposta nella propria comunità, nel sapere che in caso di necessità la sicurezza del proprio figlio è garantita in modo spontaneo e responsabile da parte delle persone che la costituiscono» ha infine concluso don Tribbia.
La petizione
La petizione sottoscritta anche dal parroco Tribbia e lanciata sul sito «Change.org», chiede che si specifichi all’interno della Legge che non si considera mai abbandono di minore la normale attività autonoma dei bambini e dei ragazzi come l'andare e tornare a scuola da soli, il giocare nei parchi pubblici o nei cortili senza sorveglianti, lo spostarsi in quartiere o in paese in autonomia, e che nessun genitore, insegnante, educatore o preside possa essere considerato responsabile di abbandono in queste condizioni. Chiunque voglia firmare la petizione come ha fatto don Tribbia può farlo attraverso il sito «Change.org».