"Oss" Maestro Libero Michelini, il karate piange una delle sue colonne
I colleghi Maestri e arbitri e i suoi allievi lo hanno accompagnato in corteo martedì sino alla chiesa parrocchiale di Fornovo per il funerale e al cimitero di Caravaggio.
Il mondo del karate piange una delle sue colonne. Si è spento domenica 1 ottobre, all'età di 67 anni il Maestro Libero Michelini. Una vita, la sua dedicata all'arte marziale giapponese, iniziata con il primo Club di karate aperto nel '77 a Caravaggio e proseguita tra corsi e gare, sino a quando la salute lo ha sorretto con la scuola Kanyukai di Fornovo e Capralba. Martedì i maestri e arbitri e gli allievi hanno gremito la chiesa parrocchiale di Fornovo per l'estremo saluto.
Il karate piange il Maestro Libero Michelini
Ha fatto della sua passione sportiva, il karate, una ragione di vita, come istruttore, maestro e arbitro e per decenni ha cresciuto generazioni e generazioni di ragazzi e ragazze insegnando la disciplina e il rispetto nei quali l’antica arte marziale giapponese fonda le sue radici. Il maestro Libero Michelini, 6° Dan, si è spento domenica 1 ottobre all’età di 67 anni dopo aver lottato per oltre un anno con il tumore al pancreas e al fegato. Fortissimo è stato il cordoglio a Caravaggio, dove ha vissuto aprendo il primo Club di Karate nel 1977 alle scuole elementari, e a Fornovo dove si era trasferito a vivere con la famiglia, la moglie Katia Botti e i figli Simone e Giorgio, aprendo nel 2002 nella palestra del paese la scuola di karate "Kanyukai Shotokan Goshin Karate-Do" che tiene corsi anche a Capralba, nel cremasco. Michelini dopo aver lavorato come elettrauto a Caravaggio, chiusa l’attività, aveva fatto per anni il manutentore e installatore di dispositivi Gps sui mezzi pesanti per una ditta del pavese.
Una grande passione per il karate
La grande passione di Libero Michelini, però, era il karate.
"Lo ha praticato da quando aveva 15 anni - ha raccontato la moglie Katia, che gli è stata affianco in palestra per tutti i 45 anni del loro matrimonio -. Diventato maestro ha aperto la scuola a Caravaggio nel ‘77, prima come Shotokenshukai e poi come Kanyukai (affiliate alla Fikta, ndr), proseguendo poi l’attività finché le forze lo hanno retto a Fornovo e Capralba. Ha insegnato a tantissimi, dai bambini di 6 anni sino agli adulti e quello che più mi ha colpito è che i suoi ex allievi, che ho conosciuto anch’io in tutti questi anni, sono venuti a fargli visita in questi giorni e anche martedì al funerale nella chiesa parrocchiale".
Nel 2017 Michelini, insieme ai maestri Timur Güney, Gianluca Malengo e Giovanni Antonio Mocci, ha fondato la "Keiko" in Svizzera per divulgare il patrimonio culturale, tecnico e metodologico degli insegnamenti dei Maestri Hiroshi Shirai e Taji Kase.
I Maestri vestendo la Kama degli arbitri (lunga gonna nera usata nelle competizioni, ndr) e tutti i suoi atleti lo hanno accompagnato il corteo sino in chiesa - ha proseguito la moglie - per il funerale. C’era tantissima gente e don Angelo Storari nella sua omelia ha fatto un toccante discorso legato allo spirito, al rispetto e alla disciplina che sono alla base del karate e che Libero ha insegnato ai suoi allievi come un padre, un amico. Al termine della funzione sono state lette tre lettere, una scritta dai suoi allievi del Kanyukai. Poi, arrivati al cimitero di Caravaggio per la sepolture, tutti attorno gli è stato tributato il saluto “Oss” come segno di rispetto".
A Caravaggio il Maestro Michelini fu consigliere comunale
Tante le testimonianze di affetto e cordoglio arrivate ai familiari del Maestro Libero Michelini.
Ha fatto tanto, in particolare ha aiutato ragazzi con situazioni famigliari problematiche grazie alla sua empatia e alla disciplina del karate - lo ha ricordato Giovanna Tresoldi -. Io ero una sua allieva, mi ha fatto ritrovare la fiducia e la forza per affrontare gli ostacoli della vita in un periodo buio".
Cordoglio per la scomparsa di Libero Michelini l’ha espressa anche Giuseppe Prevedini, capogruppo della Laga a Caravaggio.
"Dal 1997 al 2001 Libero è stato nel Consiglio comunale in cui io ero capogruppo e assessore della Giunta guidata da Ettore Pirovano - ha spiegato -. E’ stato un leghista della prima ora, poi si è trasferito a Fornovo e ha spostato la anche la sua militanza. Un uomo che poteva incutere un certo timore per l’attività di karate che svolgeva ma in realtà era dolcissimo e buono d’animo, incapace di far male a una mosca. Lo conoscevo sin da ragazzo, allora era uno scout convinto. Una persona veramente squisita e ci mancherà molto così come la sua praticità: per lui tutto era bianco o nero, un decisionista, non un uomo di mediazione. Sapevo che era ammalato, sembrava potesse farcela ma poi la situazione è precipitata".