Minoranze contro l'ordinanza "anti movida": "Non ci sentiamo in mani sicure"
Orari ridotti per i locali di piazza Resistenza e via Principe Amedeo per limitare il disturbo alla quiete pubblica: ma la minoranza non ci sta
Orari ridotti per la movida in centro, a Verdellino, e divieto di consumare bevande in piazza: la stretta del Comune non convince le minoranze. E’ stata pubblicata nei giorni scorsi l’ordinanza, firmata dal sindaco Silvano Zanoli, per contrastare i problemi di ordine pubblico causati da una movida "sopra le righe".
Ordinanza "anti movida"
La stretta riguarda gli esercizi pubblici di Piazza Resistenza e via Principe Amedeo dove è stato più volte segnalato un disturbo alla quiete pubblica nelle ore notturne "determinato - si legge nel documento - dai bivacchi formati dagli avventori del locale". Per questo l’Amministrazione comunale ha deciso di anticipare l’orario di chiusura alle 24 dal lunedì al giovedì e la domenica e la chiusura anticipata all’1 per il venerdì e il sabato. Non solo. L’ordinanza intima anche la sistemazione del suolo pubblico "mediante lo stoccaggio di sedie e tavoli, al fine di mettere in sicurezza la Piazza Resistenza e via Principe Amedeo ed evitare che diversi avventori possano usarli per atti vandalici o liti personali" e il divieto "a tutti indistintamente" di consumare bevande in vetro e lattina in centro.
Valois attacca: "Non è un paese in guerra"
Limitazioni che saranno in vigore fino al 31 dicembre, ma che non hanno convinto il gruppo di minoranza "Insieme per cambiare".
"Non riescono a intervenire con atti ordinari per gestire delle situazioni di disordine e utilizzano impropriamente atti straordinari - ha commentato Umberto Valois - Descrivono un paese in guerra con episodi di “estrema pericolosità” come se in strada ci fossero fiumi di persone. In questo modo, bisogna sottolineare, che sono loro stessi ad ammettere che il paese - nonostante le promesse del sindaco - non è più in mani sicure".
Per Valois, che pure riconosce l’importante di garantire la quiete pubblica ai residenti, la risposta dovrebbe passare da azioni amministrative ordinarie.
"A cosa serve ridurre l’orari di apertura se non a svantaggiare nuovamente il commercio locale - ha aggiunto - Servono piuttosto pattugliamenti serali, se non abbiamo a disposizione personale è possibile stringere convenzioni con altri Comuni, coinvolgere le Forze dell’ordine presenti sul territorio. Senza contare che se si tratta di una situazione di emergenza che richiede un intervento così tempestivo trovo dubbia la legittimità di protrarla fino a fine anno".
E conclude: "in questo modo si dà un messaggio negativo, si dipinge un paese alla sbando quando, invece, come vicesindaco e assessore alla Sicurezza ho lasciato un Comune in fase di rilancio e riqualificazione. Questo è il risultato dopo un anno e mezzo di Amministrazione Zanoli".
L'affondo di Vivere: "Non ci sentiamo in mani sicure"
Critiche condivise anche dal gruppo d'opposizione "Vivere - La scelta civica".
"Ci chiediamo se sia un paese “ancora in mani sicure”? Ancora una volta il sindaco trova la soluzione “più comoda” per l’Amministrazione, ma non certo più utile per i cittadini - hanno commentato i consiglieri di Vivere - Per combattere il degrado di piazza Resistenza e via Principe Amedeo vieta a tutti di consumare in luogo pubblico bevande in vetro o lattine. Per garantire il rispetto della quiete pubblica negli orari notturni riduce gli orari di apertura dei tre bar in piazza e impone di rimuovere ogni sera i tavoli e le sedie. E per garantire una maggiore sicurezza di tutti i cittadini? Nel Consiglio comunale del 29 marzo abbiamo chiesto se avevano programmato turni serali della Polizia locale per il periodo estivo. Il sindaco non ci ha voluto rispondere perché non era argomento all’ordine del giorno.
Noi non ci sentiamo in mani sicure".