Nutrie, ancora danni. Distruggono anche gli alberi
Ennesimo danno dei roditori, la parola dell'agronomo Andrea Wojnar.
Il Tormo continua a far parlare di sé. Dopo la vicenda dei platani "massacrati" nel territorio di Pandino stavolta è un tratto di fiume posto a Palazzo Pignano a meritare attenzione. Si parla del potenziale distruttivo di un inquilino ormai accasatosi da anni nel Cremasco e nella Bassa: le nutrie.
Ora le nutrie si mangiano pure la corteccia degli alberi
Su una lunghezza di varie centinaia di metri tutte le piante poste a margine della sponda fluviale sono state completamente erose dalla base fino a 50-60 cm da terra. "Nel periodo invernale le nutrie si sono infatti letteralmente cibate delle cortecce di circa un centinaio di olmi, scorticandoli per tutta la circonferenza" ha spiegato l’agronomo Andrea Wojnar.
Un danno irrimediabile
"Un tale danno è da considerarsi sostanzialmente irrimediabile per le piante che così saranno avviate a morire lentamente negli anni a seguire. Nell'analizzare il fenomeno va specificato come questi alberi, poco meno di un centinaio, non sono spontanei bensì piantati indicativamente una decina di anni fa e che in ultimo la scorsa estate erano stati potati per un allevamento a fusto libero ovvero inducendo le chiome solo a qualche metro da terra".
Alberi in riva al fiume seriamente compromessi
Questo danno causato dalle nutrie, per entità e diffusione è da considerarsi veramente notevole, sia in termini economici, considerando i costi sostenuti per acquisto, messa a dimora e cura degli alberi, sia in termini bio-ecologici per la loro definitiva compromissione ed il graduale venir meno della loro funzione di stabilizzazione della sponda fluviale.