Romano

“Odio di Cuore”, un brano musicale contro l’abuso e il traffico di droga

Cercare altro, guardare oltre: è nato così il progetto, scritto e interpretato dagli ospiti della Comunità Terapeutica della Gasparina Di Sopra a Romano.

Pubblicato:
Aggiornato:

Cercare altro, guardare oltre: è nato così il progetto, scritto e interpretato dagli ospiti della Comunità Terapeutica della Gasparina Di Sopra a Romano.

“Odio di Cuore”

Odio di Cuore è un testo scritto e interpretato dagli ospiti della Comunità Terapeutica maschile della Gasparina di Sopra a Romano, con la collaborazione di alcuni professionisti del mondo della musica. L’idea è nata all’interno dell’équipe educativa ragionando sul 26 giugno, giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga.  Una piaga che nella Bassa è in peggioramento, come rivelano i dati dell'ultimo studio di Aga Pontirolo e Mario Negri. Al laboratorio hanno dedicato le loro energie tre educatori: Irene Boschiroli, Lucian Moriggi o e Massimiliano Romano. Sono stati loro a presentare l’iniziativa agli ospiti con il nome di Gruppo Trap – dal nome del genere musicale derivante dall’hip hop e molto seguito dai ragazzi. La reazione iniziale è stata di stupore, nessuno si aspettava quella proposta, anzi molti temevano addirittura una stretta sull’ascolto della musica in casa.

26 giugno

«Ragionare sul tema del 26 giugno è stata un’occasione per sviluppare riflessioni con gli ospiti non solo dal punto di vista delle storie personali, ma con un taglio più ampio riguardo al mondo della droga, a come viene declinato dai media, ai risvolti più taciti della vicenda, spesso spettacolarizzata oppure, al contrario, affrontata con un alone di giudizio e colpa» racconta Romano, educatore della comunità. «Abbiamo avuto due mesi di tempo, non tantissimo, ma il modo in cui i ragazzi si sono approcciati all’esperienza è stato molto positivo e ci ha permesso di arrivare in tempo per il 26 giugno. Dopo un primo incontro di brainstorming sul tema abbiamo invitato gli ospiti a produrre delle riflessioni. Ne sono usciti 13 scritti, belli da far venire i brividi, dove ognuno di loro ha messo cuore coinvolgendosi intimamente con il tema, spendendosi e raccontandosi generosamente. Ma purtroppo non avevamo il tempo per produrre un Lp da 13 tracce. Quando abbiamo proposto ai partecipanti di mettersi insieme e fare sintesi, praticamente tutti sono stati disponibili a lasciar andare dei pezzi di sé per provare a mettere insieme qualcosa che fosse di tutti». Questa esperienza è stata preziosa per tutti, ospiti ed educatori: «Noi operatori siamo consci di quante risorse abbia chi ci sta intorno, ma c’è qualcosa di magico nel vederle palesate così prepotentemente, qualcosa che mette pace, dà speranza e ripaga abbondantemente il rovescio della medaglia che ben conosce chi svolge questa professione. -continua Romano- Ecco, quando mi chiedono come mai faccio l’educatore è proprio quella cosa lì! È vedere l’entusiasmo di chi non ne aveva più, la gioia del fare non più da solo, senza pensare al tornaconto individuale, la voglia di esserci!».

 

La collaborazione

«L’opera è stata realizzata grazie alla collaborazione di alcuni professionisti del mondo dell’arte: Francesco Puccianti, in arte “Puccio” per l’arrangiamento musicale, e “Emi”, Emy Zanenga, per la parte video. Entrambi hanno accettato di accompagnarci in questa impresa, sono entrati a far parte del progetto con umiltà e rispetto, mettendo tantissima competenza ma soprattutto tanta disponibilità all’ascolto e all’accoglienza, cosa non scontata per chi non è così dentro alle dinamiche che possono esistere in una comunità di recupero». Andrea, Pierluigi, Emmanuele, Emanuele, Mohammed, Luca, Nicholas, Naufal, Pietro, Giancarlo, Davide, Francesco, Patrick, Davide, Marco, Simone, insieme ai due maestri e all’accompagnamento dei tre educatori, hanno prodotto un vero e proprio lavoro corale: «Abbiamo raccontato che anche se veniamo da luoghi, esperienze, abitudini, colori e abilità diverse quando ci mettiamo insieme a testa alta possiamo raggiungere un obiettivo comune, e da veri protagonisti. Magari non solo di una giornata celebrativa ma di una cultura da significare continuamente con pratiche che traducano intenti e possibilità in qualcosa di concreto». Il video è stato visibile a partire dal 26 giugno sul canale Youtube della Cooperativa Sociale Gasparina Di Sopra e sulla pagina FB @GasparinaDiSopra.

TORNA ALLA HOME

Seguici sui nostri canali