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Msc si sfila dal progetto dell'interporto a Cortenuova: si riapre la porta a Verdello

Dopo sei anni un sogno si infrange definitivamente, ma forse per la bergamasca non è ancora detta l’ultima parola

Msc si sfila dal progetto dell'interporto a Cortenuova: si riapre la porta a Verdello
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E’ davvero troppo tardi per salire sul treno dell’interporto? Con il passo indietro del colosso svizzero Msc, nell’aria da mesi, sfuma il progetto da 300 milioni di euro per la realizzazione di un centro intermodale moderno individuato nell’area dell’ex Acciaierie di Cortenuova, per favorire lo scambio merci tra ferrovia e trasporto su gomma, alleggerire il traffico sulle autostrade e migliorare l’efficienza logistica nazionale.

Interporto: una storia infinita

Un progetto che vedeva in prima linea il Gruppo Vitali che la scorsa settimana ha annunciato il ritiro ufficiale di Msc dai giochi.
Dopo sei anni un sogno si infrange definitivamente, ma forse per la bergamasca non è ancora detta l’ultima parola.
Dieci anni dopo le ultime notizie a riguardo si torna a parlare di interporto (con un progetto ridimensionato) a Verdello. In particolare a trarne vantaggio sarebbe il raccordo ferroviario che serve la Dalmine-Tenaris, collegato alla stazione di Verdello-Dalmine.
Un progetto, come detto, ridotto - data l’assenza di Msc e del suo fondamentale contributo economico - alla realizzazione di uno scalo merci, meno impegnativo e anche meno impattante.

Dieci anni fa sfumò per l'opposizione di Levate

Dieci anni fa, quando l’ipotesi di Verdello era la più quotata per sopperire all’imminente chiusura dello scalo merci di Bergamo, poi avvenuta nel 2023, a fermare l’iter - arrivato alla sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra Provincia, Regione, Confindustria e Comune - ci aveva pensato il Comune di Levate contrario al passaggio della viabilità di collegamento sul suo territorio.
Il progetto prevedeva allora una piattaforma di circa ventimila metri quadrati da dotare di cinque binari (due con lunghezza utile di 185 metri, due di 218 metri e uno di 255) dove si sarebbero dovuti trasferire gli operatori Lotrafer e Cisaf.
Alla luce dei nuovi sviluppi sembra che anche Dalmine-Tenaris sia interessata e così anche la Provincia che da tempo sottolinea l'importanza di dotare la Bergamasca di una struttura di questo tipo.

Porte aperte al confronto

Un confronto sarebbe auspicabile anche per l’Amministrazione comunale in vista di una possibile riqualificazione della zona nord del paese. Ma servirà un confronto con Regione Lombardia e - al momento - si tratta di una fase ancora embrionale.
Uno scalo merci a Verdello, seppur di dimensioni ridotte e privo delle funzioni doganali previste inizialmente, potrebbe comunque dare una parziale risposta alle esigenze delle imprese. I costi però non sono indifferenti: 100 milioni di euro senza poter contare, al momento, su un investitore solido.