Processo

Morì sul lavoro investito da un tir, il 25 marzo la sentenza per la morte di Sergio Persico

Il 53enne di Orio al Serio perse la vita sul lavoro, a Spirano, investito da un tir in retromarcia nel cortile della ditta per cui lavorava

Morì sul lavoro investito da un tir, il 25 marzo la sentenza per la morte di Sergio Persico
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Morì in azienda travolto da un tir, attesa per il 25 marzo la sentenza per l’incidente sul lavoro occorso all’oriese Sergio Persico.

L'incidente nel maggio 2021

Il 53enne di Orio al Serio, il 17 maggio 2021 perse la vita nel cortile della "De Berg" di via Campo Romano 79, a Spirano. Residente a Orio, Sergio lavorava come mulettista quando, quel giorno di maggio di quattro anni fa, è stato investito da un tir che si stava muovendo in retromarcia nel cortile dell’azienda.

Richiesti dall'accusa 16 mesi al camionista e al titolare della "De Berg"

Per il camionista e il titolare dell’impresa, il Pm Giancarlo Mancusi ha chiesto condanne da 16 mesi oltre a un maxi risarcimento ai familiari di Persico. Il procedimento penale vede contrapposti il Pubblico Ministero e le parti civili - moglie e figlie, ma anche i genitori del defunto - e i legali difensori del camionista, A.B., e del titolare della "De Berg", L.D.T. . Il pm ha chiesto per entrambi 16 mesi con l’accusa di omicidio colposo, affermando che l’uomo alla guida avrebbe violato le cautele che la manovra imponeva; manovra resa difficoltosa, però, dal materiale ingombrante accatastato sul piazzale, la cui responsabilità ricadrebbe dunque sul titolare. Nonostante ciò, lo stesso Mancusi ha riconosciuto alle parti le attenuanti generiche, perché alla tragedia avrebbe concorso anche il comportamento di Persico in quegli istanti.

I familiari costituitisi parte civile

Dal canto loro, le parti civili hanno invece posto l’accento sull’assenza di segnaletica di alcun tipo all’interno del cortile della "De Berg", con il legale della moglie di Persico a chiedere un risarcimento di 875mila euro per la vedova, e di 391mila ciascuna per le sue due figlie, mentre il legale dei genitori dell’uomo ha chiesto per i suoi assistiti rispettivamente 281 e 265mila euro. Viceversa, i legali difensori di L.D.T. ed A.B. hanno chiesto l’assoluzione dei propri assistiti, insistendo il primo sull’assenza di un nesso di causalità tra le condotte contestate e il tragico incidente e, il secondo, sul fatto che in quella situazione il camionista non fosse portatore di garanzie e che, quasi sempre, come accertato anche durante l’istruttoria, su quel piazzale i mezzi pesanti si muovevano in retromarcia.

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