Migranti barricati dentro all’ex hotel chiedono cibo più buono e i pocket money
Ieri, lunedì 11 novembre 2024, tensione alta al centro di accoglienza di Romano.
Ieri, lunedì 11 novembre 2024, tensione alta al centro di accoglienza di Romano.
Porte sbarrate del centro di accoglienza
Il Comandante della stazione dei Carabinieri di Romano ha iniziato così una trattativa estenuante con i migranti per cercare di convincerli a desistere e ad aprire le porte. Dall'altra parte, di tutta risposta, sono arrivate delle richieste. I migranti per prima cosa hanno spiegato ai militari che hanno deciso di chiudere tutti gli accessi per chiedere innanzitutto il pagamento dei pocket money che da settembre non è più arrivato. Il pocket money è l’unica parte dei 35 euro che viene erogata ai migranti direttamente, in mano. I 35, sono ormai una sorta di costo standard, che viene erogato dallo Stato per i centri di accoglienza non Sprar gestiti dalle prefetture. Questi soldi servono a coprire le spese per il vitto, l’alloggio, l’affitto e la pulizia dello stabile, ma anche a pagare lo stipendio alle persone che ci lavorano e, in qualche caso, ad avviare progetti di inserimento lavorativo per i migranti. La seconda richiesta riguardava il cibo distribuito all’interno del centro di accoglienza, non ritenuto buono. La terza richiesta ha riguardato l'igienizzazione delle stanze dove risiedono, denunciando la presenza di insetti nelle camere. Infine i migranti hanno chiesto la sostituzione delle lavatrici guaste nell’area comune della struttura.
La trattativa dei militari
Il Comandante della stazione dei Carabinieri di Romano ha iniziato così una trattativa estenuante con i migranti per cercare di convincerli a desistere e ad aprire le porte. Dall'altra parte, di tutta risposta, sono arrivate delle richieste. I migranti per prima cosa hanno spiegato ai militari che hanno deciso di chiudere tutti gli accessi per chiedere innanzitutto il pagamento dei pocket money che da settembre non è più arrivato. La seconda richiesta riguardava il cibo distribuito all’interno del centro di accoglienza, non ritenuto buono. La terza richiesta ha riguardato l'igienizzazione delle stanze dove risiedono, denunciando la presenza di insetti nelle camere. Infine i migranti hanno chiesto la sostituzione delle lavatrici guaste nell’area comune della struttura.
La fine della crisi con le promesse della cooperativa
I militari hanno così fatto da intermediari tra i profughi e la Cooperativa Verso Probo, rappresentata sul posto da dirigenti che hanno fatto delle promesse. In prima battuta sono state disposte delle disinfestazioni nelle camere che avverranno il 17 e il 24 novembre. La cooperativa ha permesso la sostituzione delle lavatrici guaste. Relativamente ai mancati pagamenti del pocket money, i responsabili della Verso Probo hanno spiegato che il denaro è gestito dalla Prefettura e che la cooperativa non può far nulla. Promesse e spiegazioni che hanno convinto i migranti ad aprire le porte dell’ex Hotel La Rocca ma con un monito. I profughi infatti hanno annunciato che se le promesse fatte non verranno esaudite entro fine mese occuperanno di nuovo la struttura e allora non vi sarà spazio di trattativa.
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