Medolago, muore a 16 anni dopo essersi tuffato nell'Adda
Bruno Pontara di origine mantovane ma residente a Cernusco sul Naviglio intorno a mezzogiorno di ieri è scomparso trascinato a fondo dalla corrente
(immagine di repertorio)
L'Adda si è preso un'altra vita. Questa volta il fiume non ha lasciato scampo al 16enne Bruno Pontara di origine mantovane ma residente a Cernusco sul Naviglio (Milano) che ieri, domenica 12 maggio 2024, intorno a mezzogiorno è scomparso trascinato a fondo dalla corrente dopo essersi tuffato dalla sponda di Cornate. Ne danno notizia i colleghi di Prima Merate.
Muore annegato nell'Adda
L'estate non è nemmeno ancora iniziata, ma il fiume ha già ricominciato a mietere vittime nonostante i divieti di balneazione troppo spesso ignorati. Bruno si trovava al fiume con la famiglia. Intorno all'ora di pranzo ha deciso di tuffarsi nel fiume e la prima traversata l'ha completata senza problemi. Quando, dopo pochi minuti, ha deciso di tornare sulla riva opposta per raggiungere i famigliari, però, non è riuscito a sovrastare la forza della corrente. E' scomparso sott'acqua e nonostante gli sforzi dei passanti che si sono gettati nel fiume con i salvagenti non è più riemerso.
Recuperato senza vita a Medolago
Immediatamente è scattato l'allarme. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco di Monza e Milano con una squadra ordinaria, gli specialisti del soccorso acquatico, i sommozzatori e gli aerosoccorritori del Reparto Volo Lombardia, a bordo dell'elicottero "Drago 141". L'imponente spiegamento di forze ha permesso di individuare il 16enne, arrivato fino al territorio di Medolago. Qui il giovane è stato soccorso dall'equipaggio dell'aeromobile, con la collaborazione degli specialisti fluviali, ma purtroppo per lui non c'è stato nulla da fare. Il corpo, infatti, era ormai finito alcuni metri sott'acqua. Sul posto si sono portati anche i Carabinieri per effettuare tutti i rilievi di rito.
Quella di domenica è l'ennesima tragedia che si consuma nel fiume Adda. Pur essendo vietata la balneazione, infatti, in molti sfidano i flutti del grande fiume, rischiando spesso la vita. Nel corso degli anni sono stati numerosi i bagnanti a perdere la vita e a nulla sembrano servire i cartelli di divieto di balneazione (scritti in diverse lingue) installati dalle Amministrazioni comunali lungo le sponde dell'Adda stesso.
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