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Martinengo e Cortenuova Sopra più vicine: "aperte" le vie degli Stedoli e delle Scarpe

Il Comune rischia di perdere la causa legale e così la strada vicinale degli Stedoli e quella delle Scarpe diventano ufficialmente a "uso pubblico".

Martinengo e Cortenuova Sopra più vicine: "aperte" le vie degli Stedoli e delle Scarpe
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Il Comune rischia di perdere la causa legale e così la strada vicinale degli Stedoli e quella delle Scarpe (che congiungono Martinengo alla frazione di Cortenuova sopra) diventano ufficialmente a "uso pubblico".

Aperte via degli Stedoli e delle Scarpe

A deciderlo è stato il Consiglio comunale riunitosi venerdì scorso. Questa scelta arriva però dopo anni di richieste di intervento da parte di chi abita in quella strada di campagna. Dopo quattro anni di mancate risposte da parte del Comune, i residenti hanno deciso di far causa, tant’è che a luglio del 2019 è stato presentato al Comune l’atto di citazione in giudizio. Da allora l’Amministrazione Seghezzi ha lavorato per trovare una soluzione al problema.

La causa legale

"Il tutto è iniziato a luglio dell'anno scorso – ha spiegato il consigliere Emanuele Cattaneo – quando è arrivata una citazione al tribunale di Bergamo. Una società agricola che ha sede sul nostro territorio ha fatto causa al Comune di Martinengo, chiedendo di intervenire nella strada vicinale degli Stedoli e cioè quella strada di campagna che si collega dalla Soncinese, a sud del parcheggio del cimitero, proseguendo quasi parallelamente al provinciale, fino alla strada vicinale delle Scarpe che porta alla frazione".

Una strada disastrata

La società ha sollecitato più volte il Comune, chiedendo di rattopparla, perché la strada si trova in stato di abbandono, senza contare che la stessa è passata dai 7 metri di larghezza (come risulta dal catasto) agli attuali 3, a causa dell’azione dei frontisti che hanno arato tutti e due i cigli della strada. Il problema principale è che il sedime stradale presenta molte buche e quando piove, nessuno riesce più a passare.

La paura del Comune

"Alla citazione in giudizio, ci siamo allarmati perché, vista la grandezza del territorio di Martinengo, se si dovessero sistemare tutte le strade di campagna, il nostro Bilancio non basterebbe – ha continuato il consigliere –  Ho cercato quindi di capire la normativa, che non è recentissima. Un decreto legge del 1918 distringue tra strade vicinali classificate come private, a fondo chiuso, destinate a utenti privati o ad uso pubblico, percorse da chiunque".

Una strada ad uso pubblico

La strada in questione è utilizzata dalla cittadinanza come percorso ciclopedonale, tranne quando è allagata. Quindi nella pratica non è una strada privata, ma ad uso pubblico. "Dovevamo scegliere cosa fare: o proseguire con la causa, quasi sicuramente perdendola, oppure riconoscere l’uso pubblico – ha proseguito il consigliere – si è deciso di affrontare il problema. Abbiamo incontrato la società, spiegando loro che in previsione di una strada vicinale ad uso pubblico era necessario costituire un consorzio per la manutenzione, per obbligo di legge".

Sorgerà un consorzio

Il Comune, quindi, dopo aver approvato la classificazione ad uso pubblico, procederà alla costituzione di un consorzio, comprendente almeno 70 utenti, creato per la manutenzione della strada, con compartecipazione del Comune al 20 percento.

Le perplessità della minoranza

Ad esprimere qualche perplessità è stata Adriana Belotti (Per Martinengo). "Il 20% di quale cifra? – ha chiesto il consigliere di opposizione sollecitando chiarezza sui costi dell’operazione – Ci preoccupa molto di cosa dovrà farsi carico il Comune. Se gli utenti non se ne fanno carico, chi provvede ad assorbire il mancato introito? Inoltre, collegare il Comune con la frazione è sicuramente interessante, però esiste già un percorso parallelo per cui ci sono stati interventi pubblici( l’itinerario ciclopedonale della calciana ndr), crearne uno alternativo ci sembra controproducente. Infine, a Martinengo, ci sono altre strade come questa, quali reazioni ci saranno?".

"Era l'unica soluzione"

Secondo Cattaneo però, questa era l’unica soluzione, poiché sicuramente la causa sarebbe stata persa dal Comune. La creazione del consorzio, in ogni caso, permette di individuare le responsabilità sulla manutenzione. In caso di inadempienze, sarà più facile ottenere il mancato versamento. "Ho parlato già con gli interessati e mi sembrano molto disposti a fare la loro parte: gli agricoltori hanno detto che ripristineranno gli argini", ha concluso Cattaneo.

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